Brescia, 25 mar. (askanews) - Sei decenni del lavoro di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, un artista - e un uomo - che ha raccontato il presente prendendosi cura delle immagini e ha saputo fare una fotografia per molti versi assoluta. Joel Meyerowitz ha un'aura di leggenda e a lui la Fondazione Brescia Musei dedica la prima grande retrospettiva in Italia.
"Oggi ho 87 anni - ha detto Meyerowitz ad askanews - e questo è un momento di riflessione. Penso che gli artisti quando invecchiano sanno che il tempo davanti a loro è molto breve, ma il tempo nel passato è lungo. C'è la possibilità di vedere se c'era qualche verità nel loro lavoro giovanile. C'è la continuità, che fa vedere che l'artista era sempre li: così quando guardo queste opere ora, vedo me stesso. Vedo la passione che avevo e la curiosità che avevo, e posso sentire un allineamento, una coerenza con il mio lavoro attuale".
In mostra le immagini dell'11 settembre, quando Meyerowitz è stato l'unico reporter ammesso a Ground Zero, ma anche i capolavori della fotografia di strada, i reportage sociali e quelle fotografie americane alla Hopper che hanno ispirato il cinema e forgiato un immaginario poetico. Per generare quel senso di meraviglia che il curatore Denis Curti ha voluto citare anche nel titolo dell'esposizione. "Ho sempre pensato a Joel - ci ha spiegato Curti - come a una sorta di acrobata della fotografia, capace di salti e avvitamenti non solo fisici, ma soprattutto mentali. Inizia con una fotografia legata naturalmente all'esperienza della street photography per poi però introdurre immediatamente il tema della consapevolezza".
Per Brescia Musei e il suo direttore Stefano Karadjov la mostra è il coronamento di un lavoro si quasi vent'anni, che continua a essere d'attualità. "Un uomo davvero straordinario - ha detto Karadjov - che è riuscito, con la sua antologia, a raccontare la storia della fotografia degli ultimi 50 anni in cambiamento. E oggi è più che mai attuale, visto il momento di grande tensione e incertezza legata anche agli Stati Uniti e al momento politico in corso, il suo ciclo degli anni Sessanta che ha raccontato nell'America profonda la frustrazione e le difficoltà legate alla guerra nel Vietnam, ci riporta in modo estremamente contemporaneo momento che viviamo".
Momenti, istanti. in fotografia sono parole importanti, che Joel Meyerowitz ha fatto proprie, superando le grandi lezioni storiche per arrivare a una sua presenza nell'idea stessa dell'attimo della fotografia: fulmineo, ma comunque meditato. "Essere nel momento - ha concluso l'artista americano - è esattamente ciò di cui si occupa la fotografia. Saper capire che quello è il momento, che arriva e se ne va. E l'allenamento consiste nel vedere se riesci a riconoscere il tuo momento, il momento in cui senti qualcosa ed è così profondo che lo devi catturare con una macchina fotografica, così".
E la profondità delle immagini di Meyerowitz è qualcosa dentro la quale oggi perdersi è ancora bello e, soprattutto, possibile.