
Nel nord della Striscia si piangono le vittime degli attacchi Israele
Roma, 20 mar. (askanews) - I palestinesi piangono all'ospedale indonesiano di Beit Lahia, accanto ai corpi dei parenti uccisi negli attacchi aerei israeliani notturni nel nord della Striscia di Gaza. Israele ha bombardato Gaza e ha ripreso le sue operazioni di terra dopo aver lanciato un "ultimo avvertimento" ai palestinesi per restituire gli ostaggi ed estromettere Hamas dal potere.
Mohammed Hussein, residente, dice ad AfpTv: "La gente si è svegliata per mangiare il pasto suhoor (il pasto notturno durante il mese sacro del Ramadan, ndr) per digiunare e avvicinarsi a Dio, per essere sorpresi da un missile e da questo massacro. Non c'è nessuna persona 'ricercata' tra loro, li conosciamo tutti".
"Siamo un popolo disarmato, che non ha armi. Queste famiglie si sono svegliate per il pasto del suhoor e per appellarsi a Dio affinché fermasse la guerra. Chi è ricercato? Un neonato? Bambini con bisogni speciali? Qui non ci sono persone ricercate o armi, non sanno nemmeno cosa sia un'arma", aggiunge.
"Siamo un popolo palestinese indifeso, (chiediamo) alle istituzioni internazionali, alla coscienza del mondo e ai canali di informazione, inviate i nostri messaggi! Vogliamo un cessate il fuoco! Vogliamo un cessate il fuoco!", chiede con forza.
Martedì 18 marzo i pesanti attacchi aerei israeliani a Gaza hanno provocato più di 400 morti, secondo il ministero della Salute del territorio gestito da Hamas. Giovedì 20 marzo, secondo i soccorritori di Gaza, almeno altre 10 persone sono state uccise in un bombardamento prima dell'alba vicino a Khan Yunis, nel sud della Striscia.
Mercoledì, l'esercito israeliano ha annunciato di aver ripreso le operazioni di terra "nella Striscia di Gaza centrale e meridionale per espandere il perimetro di sicurezza e creare un cuscinetto parziale tra il nord e il sud".
Dei 251 ostaggi sequestrati durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, 58 sono ancora detenuti dai militanti di Gaza, di cui 34 che l'esercito israeliano afferma siano morti.
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