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Demolite tre arcate del viadotto Gravagna con 400 kg di esplosivo

Parma, 24 giu. (askanews) - È stata completata con successo la scenografica demolizione tramite esplosivo dei tre archi metallici a sostegno degli impalcati della carreggiata Nord, già oggetto di parziali demolizioni, del Viadotto Gravagna. L'attività, che si è svolta a partire dal 19 giugno e ha visto coinvolte oltre 60 persone sotto la regia di ITINERA, società responsabile dell'esecuzione dei lavori, fa parte dei lavori di demolizione e ricostruzione del viadotto nell'ambito del più ampio piano di ammodernamento della tratta gestita da SALT, concessionaria autostradale del Gruppo ASTM, per adeguare l'infrastruttura ai più elevati standard qualitativi e di sicurezza.

L'autostrada A15 è caratterizzata infatti da un elevato numero di viadotti (177), cavalcavia (38) e gallerie (36) realizzati con approcci e logiche progettuali diverse da quelli odierni e sulla base di carichi di traffico decisamente inferiori a quelli attuali, in termini di entità e di frequenza. Opera iconica realizzata nei primi anni Settanta tra i caselli di Pontremoli e Berceto, il Viadotto Gravagna è stato oggetto, negli anni, di numerose attività di manutenzione e adeguamento. I 6 archi metallici, noti come stampelle, furono installati nel 1993 per ripristinare completamente l'efficienza dell'opera grazie a un sostentamento permanente delle campate grazie a 6 grandi portali in acciaio i cui piedritti, divaricandosi, giungono a insistere sui basamenti delle pile. Realizzate in acciaio e pesanti circa 400 tonnellate ciascuna hanno una lunghezza variabile compresa tra i 45 e i 62 metri.

I lavori di demolizione hanno preso l'avvio nell'autunno del 2023. Una fase particolarmente delicata è stata quella che ha visto la rimozione dei 3 portali a supporto della carreggiata Nord. Le cariche esplosive sono state fatte brillare durante le notti del 19 e 20 giugno, garantendo condizioni di sicurezza per operatori e utenti, a traffico chiuso. Le cariche sono state posizionate in cinque punti all'interno dei cassoni metallici. I tagli sono stati eseguiti nella mezzeria degli archi rampanti del portale in direzione orizzontale e verticale, per consentire agli stessi di precipitare al suolo per gravità. La parte dell'arco più a diretto contatto con l'impalcato stradale è stata indebolita così da impedire il coinvolgimento del portale omologo sulla carreggiata opposta, nonché la minimizzazione delle sollecitazioni trasmesse alle cerniere dei portali e, conseguentemente, alle pile. All'esterno della zona di taglio, è stata realizzata una protezione costituita da sacchi di sabbia e acqua alternati tra loro.

È stato installato un sistema di monitoraggio costituito da circa 90 inclinometri e circa 90 accelerometri posizionati su pile e impalcati, sia della via Nord che della via Sud con l'obiettivo di monitorare gli effetti della demolizione sia sulle pile che sull'impalcato della via Sud, per verificare che l'onda d'urto non creasse sollecitazioni eccessive verso le parti strutturali ancora da demolire. Al termine della demolizione sono state effettuate le prove di carico. Visto l'elevato peso delle porzioni di arco demolite (circa 160 t ciascuna), sono state effettuate stime tecniche sugli effetti prodotti dalla caduta dei portali dopo la demolizione con esplosivo. Le porzioni di arco, cadendo al suolo, generano vibrazioni che potrebbero interessare le fondazioni delle pile o altri elementi strutturali. Per smorzare l'effetto della caduta sono state utilizzate dune di materiale inerte per assorbire le vibrazioni indotte dall'impatto al suolo.

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