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Modelli di sanità e post pandemia, l'esperienza di Mariella Enoc

di TMNews lunedì 14 giugno 2021
4' di lettura

Roma, 14 giu. (askanews) - Mariella Enoc, il suo modello di sanità, il post pandemia visto nei malati. Ed ancora, il rapporto tra pubblico e privato, la cura e soprattutto la cura dei più esposti, ad esempio gli anziani. In occasione della presentazione al Collegio San Roberto Bellarmino del volume "Il Dono e il Discernimento", edito da Rizzoli, diaologo tra la manager ed il padre gesuita Francesco Occhetta, askanews ha conversato con la presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù su alcuni dei concetti affrontati nel libro. Esistono ad esempio tante forme di povertà, tra queste anche la povertà di salute:

"La povertà di salute è un pò di tutti. Perchè quando si è malati si è comunque poveri di salute. Ci sono però delle fasce che si sono oggi evidenziate. Porto sempre come esempio le malattie psichiatriche, che erano già un grande problema perchè non c'erano strutture sufficienti, con le famiglie molto in crisi, ed oggi dopo la pandemia questo tema è esploso. Al Bambino Gesù lo vediamo nei ragazzi, con un aumento veramente impressionante dei casi di suicidi o tentati suicidi. Con grandi problemi per quanto riguarda le disfunzioni alimentari. E con crisi psichiatriche vere e proprie. Una povertà dunque che già esisteva ma che adesso si tocca con mano. La cosa importante è non dimenticarci di tutto questo una volta passata la crisi. Perchè quella psichiatrica è una malattia che a curarla rende poco, è complicata da curare, servono linee molto chiare. Stiamo cercando ad esempio di fare una struttura post acuzie per anoressiche che in questo momento ci riempiono metà pediatria, andando un pò oltre quello che abbiamo fatto fino ad adesso. Poi ci sono le malattie che non sono guaribili ma sono curabili, di cui noi ci occupiamo molto, e stiamo partendo infatti con questo centro per le cure palliative, non le cure per i bimbi terminali ma anche i bimbi con queste patologie che hanno la possibilità di tornare a casa ma devono essere seguiti".

Ospedale e medicina territoriale, come costruire un modello efficace?

"Mantenendo sempre al centro l'hub delle cure delle acuzie, non perdendo la vista la centralità dell'Ospedale, luogo di cure per acuzie, luogo di ricerca, bisogna connettere molto di più l'Ospedale con il territorio, quindi non si tratta di due realtà separate ma di due realtà in connessione e in rete. Il tema della digitalizzazione vale per tutti i settori, ovviamente anche per la sanità. Noi ad esempio al Bambino Gesù abbiamo fatto una piattaforma per ora in 5 lingue per cui formiamo il personale nei paesi in cui operiamo, ad esempio stiamo formando 150 infermieri in 5 ospedali libici, la piattaforma comunica in arabo, la piattaforma quindi può trovare riscontro solo in un mondo molto avanzato da questo punto di vista".

Nel lavoro di Mariella Enoc c'è stata e c'è anche tanta attenzione alla cura degli anziani:

"Io tantissimi anni fa ho creato la prima Casa di Giorno nella mia città a Novara, dicendo che gli anziani dovevano essere liberi di scegliere. Adesso non dobbiamo passare da un modello a un altro in maniera eccessiva, ci sono ancora gli anziani che sono in grado di vivere in casa, che possono stare in miniappartamenti, ci sono poi gli anziani che hanno bisogno di cure tali che il modello dell'ospedale in casa non è sostenibile perchè il costo è veramente troppo elevato. Quando l'anziano sta male fondamentalmente vuole vedere il medico, il familiare vicino, quindi non immaginiamo che l'anziano che sta male voglia solo fare la festa di compleanno..l'anziano ha paura della morte e vuole essere curato. Poi c'è tutta una fascia di anziani per cui c'è la possibilità di assistenza domiciliare congeniata molto meglio di quanto fatto sino ad adesso, di un sostegno anche alle persone che si occupano di anziani, con una assistenza chiara, non in nero come è molte volte adesso, che dia all'anziano la possibilità di rimanere in casa ma non può rimanere solo. I modelli di famiglia sono molto cambiati, imporre un anziano ad famiglia con due bambini che vive in un appartamento di 90 mq credo che sia veramente una volontà di distruggere quella famiglia".

Il rapporto tra il Pubblico e il privato, nell'esperienza del modello Bambino Gesù:

"Per me si tratta della cosa più semplice che si possa fare, perchè l'ho sempre fatto. Lavoro molto bene con il pubblico, lavoro benissimo con le istituzioni italiane alle quali sono molto grata perchè comprendono quanto il Bambino Gesù fa. Siamo un ospedale no profit, dobbiamo avere la piena sostenibilità perchè l'innovazione e la solidarietà partono solo da un modello sostenibile. Questo è uno dei grandi problemi di un ospedale così complesso, che cura malattie rare, che prende in carico casi molto difficili, e che deve sostenersi con le risorse del servizio sanitario nazionale. Noi ricorriamo ad un pò di fundraising per la parte scientifica o per l'accoglienza dei bambini che non possono essere curati nei loro paesi ma sostanzialmente io devo essere capace di tenere in equilibrio i conti per poter continuare a far sì che la ricerca scientifica cresca e cresca anche la solidarietà".

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Italia-Turchia, Meloni: obiettivo interscambio da 40 mld di dollari

Rom, 29 apr. (askanews) - "Abbiamo fissato un nuovo obbiettivo per raggiungere un interscambio di 40 miliardi di dollari nel medio periodo". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa congiunta con il presidente turco Erdogan in visita a Roma.

"L'Italia - ha aggiunto - è il primo partner commerciale della Turchia nell'area del Mediterraneo, il secondo in Europa, con un interscambio cresciuto negli ultimi anni in modo considerevole passando da 26 miliardi nel 2023 al record di oltre 32 miliardi di dollari nel 2024, dinamica nella quale tra l'altro le esportazioni italiane hanno avuto un ruolo decisivo registrando nell'ultimo anno un aumento di oltre il 28%.

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Meg LeFauve, sceneggiatrice: "Inside Out" fa sentire le persone "viste"

Milano, 29 apr. (askanews) - Meg LeFauve, sceneggiatrice di "Inside Out" 1 e 2, da Milano racconta cosa c'è dietro il successo di un film che ha spiegato il mondo delle emozioni a bambini e adulti.

"L'intero team della Pixar si è esposto e ha scavato a fondo in qualcosa che ritenevano molto vero e autentico per loro e che chiaramente raggiunge le persone e le fa sentire 'viste': improvvisamente hanno un linguaggio per parlare di quello che accade dentro di loro, divertendosi allo stesso tempo", ha detto ad askanews.

"'Inside Out' 1 e 2 sono stati per me un viaggio di oltre 10 anni, mi ha cambiato. È cambiato ciò che sono e il modo in cui vedo il mondo - ha aggiunto - il cambiamento più grande è stato accettare la mia ansia, che è parte di me, che sta cercando di aiutarmi e fa grandi cose per me se glielo permetto".

L'autrice è a Milano per una open lecture all'Università Cattolica, parte del programma del Master in International Screenwriting and Production (MISP) e della Laurea Magistrale "The Art and Industry of Narration, entrambi diretti dal Prof. Armando Fumagalli.

"Avere personaggi di questo tipo è molto importante per almeno due motivi: il primo è che dei film come 'Inside out' e altri del genere richiedono un enorme lavoro e noi vogliamo trasmettere questo, che fare un bel film richiede tantissimo lavoro, il secondo aspetto è che questi personaggi sono molto 'ispirational', cioè anche con il loro atteggiamento vitale con le esperienze della loro vita, danno anche una grande luce e incoraggiano molto i ragazzi a lanciarsi a cercare di fare il meglio".

L'animazione nel cinema sarà protagonista il 9 maggio dell'Animation day, giornata con produttori del settore che parleranno agli studenti.

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Tajani: Salvini su Ungheria fuori Cpi? Opinione sua, Italia non esca

Valencia (Spagna), 29 apr. (askanews) - Quella dell'Ungheria è una "opinione legittima", "io non credo che dovremmo uscire dalla Corte penale internazionale. Un altro conto è fare delle osservazioni, altro è uscire. Però l'adesione è libera, non si può obbligare nessuno". Lo ha detto il ministro degli Esteri, e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo a una domanda a margine del congresso del Ppe a Valencia.

Quanto a Matteo Salvini, che ha detto di apprezzare la decisione ungherese, il vice premier ha osservato: "È una sua opinione, non devo commentare l'opinione di tutti, io ho una opinione differente, l'Italia deve rimanere nella Corte penale".

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Blackout a Madrid,si comprano radioline o si aspetta il bus (per ore)

Madrid, 29 apr. (askanews) - Gente in fila per le strade di Madrid per comprare una radio o prendere l'autobus, mentre il blackout ha imposto la chiusura di metro e supermercati. "Pensando ai modi di comunicare e cercando mezzi di comunicazione, all'improvviso ho pensato che la radio fosse l'unica cosa che potesse funzionare, poi le batterie, e poi ho pensato alle candele, vediamo dove posso comprarle", ha affermato Vicente Navarro, musicista.

"In questo momento sono a Colòn, vengo da Mòstoles, non so come farò a tornare, sono qui ad aspettare e non c'è molto altro da fare perché non posso contattare nemmeno la mia famiglia, a meno che non si facciano prendere dal panico", dice Ester Lavajos, commessa.

"Con il blackout in un primo momento non sapevamo cosa stesse accadendo, infatti ero in ascensore, l'ascensore si è fermato, stavamo giusto aprendo l'edificio, quindi abbiamo pensato che potesse essere qualcosa di correlato, poi ci hanno detto che si trattava del blackout e in quel momento ci hanno detto che dovevamo evacuare. Ho capito che per motivi di sicurezza l'aria condizionata non funziona, non c'è luce, ed è meglio scendere", ha ricordato Ricard Eckardt, avvocato.

"Ho letto un po' le notizie, ho ascoltato alcune stazioni radio, ho capito che c'è un blackout in Francia, in Portogallo, qui, la verità è che questo genera abbastanza incertezza, ma finché non conosceremo le vere notizie e con certezza cosa sta succedendo, dobbiamo mantenere la calma", ha aggiunto.

"Sto cercando di procurarmi del contante perché non abbiamo la corrente elettrica, la carta non funziona e non so cosa succederà. Quindi, per comprare del cibo al supermercato o qualsiasi altra cosa, è meglio che mi assicuri di avere del contante", ha spiegato Laura Vassalo, anche lei avvocato.

"Mentre eravamo in coda al ristorante ci hanno detto che questo supermercato aveva solo un generatore, quindi siamo venuti per comprare qualcosa da mangiare. Inoltre non avevamo contanti e ci hanno detto che qui si può pagare con la carta perché i dataphone funzionano ancora", spiega Ivan Anton, vetrinista.

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