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Burgio: per ripartenza turismo servono fiducia e regole chiare

di TMNews martedì 13 aprile 2021
2' di lettura

Milano, 13 apr. (askanews) - "Mancano due grandi cose perché il grande mondo del turismo possa ripartire. Una è più psicologica, l'altra più tecnico-legislativo". Lo ha detto ad askanews Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del Gruppo Alpitour, il principale tour operator italiano. "L'aspetto psicologico riguarda il momento in cui il cliente, e quindi tutti noi, ci sentiremo più tranquilli di viaggiare. Oppure che esposizione al rischio vogliamo avere: ci sono giovani che pensano che per loro sia poco più di un'influenza, prendono le precauzioni previsto e partono comunque; persone più anziane invece hanno più paura di prendere la malattia lontano da casa. Qui c'è un'incertezza che richiederà del tempo per essere risolta. ci sono iniziative molto grosse, come in Grecia dove si sta cercando di vendere l'idea delle isole senza Covid; a Sharm el Sheik entro il 15 maggio hanno annuncino che tutti gli operatori turistici saranno vaccinati: insomma ci sono diverse iniziative che lavorano sulla tranquillizzazione del viaggiatore".

"Poi c'è la parte tecnico-legislativa - ha aggiunto Burgio - e in questo settore abbiamo visto troppi cambiamenti. Non dico che sia facile gestire questa situazione e non vorrei essere al posto di chi ci governa, però effettivamente ci sono stati degli incidenti, come quello sugli skipass già venduto e la successiva marcia indietro sulla montagna. Noi abbiamo assistito alla decisione del ministero della Salute sui cinque giorni di quarantena per i viaggi in Europa. Questo è stato un colpo molto inatteso, perché è arrivato praticamente il giorno prima di Pasqua e abbiamo avuto cancellazioni dai turisti stranieri che volevano venire in Italia per Pasqua perché chi ha previsto un weekend lungo o una settimana non può arrivarci e stare cinque giorni a pagamento in albergo per la quarantena. Questo è stato davvero un peccato, perché abbiamo perso un treno".

"Ci sono delle incertezze - ha concluso il presidente di Alpitour - che sono legali, legislative e burocratiche che fanno sì che sia difficile operare".

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Starmer: attaccati Houthi in Yemen per la sicurezza nel Mar Rosso

Milano, 30 apr. (askanews) - Il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha elogiato la "professionalità e il coraggio" della Royal Air Force dopo aver condotto attacchi contro obiettivi Houthi in Yemen. Intervenendo durante la sessione settimanale delle domande al Primo Ministro, Starmer ha affermato che gli attacchi erano "in linea con la politica di lunga data". La Raf aveva colpito edifici a circa 25 chilometri a sud della capitale yemenita, Sana'a, che venivano utilizzati dai ribelli per fabbricare droni.

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Scuola, Valditara: arresto in flagranza per lesioni docenti e presidi

Roma, 30 apr. (askanews) - "Si modifica l'articolo 380 del Codice di procedura penale, prevedendo l'arresto obbligatorio in flagranza di reato nelle ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici. Non si tratta dunque delle mere aggressioni verbaili. Si modifica anche l'articolo 583 Quater del Codice Penale, prevedendo un aggravamento delle pene per lesioni al personale scolastico e in particolare, faccio un esempio concreto, attualmente la pena è da 6 mesi a 3 anni, la pena passa da 2 anni a 5 anni di reclusione". Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara nel corso della conferenza stampa organizzata al termine del Cdm, precisando che "l'arresto in flagranza non si estende ai minori, e quindi lo studente di fatto non viene coinvolto in questa normativa".

Il ministro ha spiegato che questa norma arriva dopo quella per il personale medico: "Il personale scolastico è, dopo quello sanitario, quello in assoluto più toccato da aggressioni, più coinvolto passivamente, suo malgrado, in aggressioni".

"Noi vogliamo ispirarci ad un principio molto chiaro: un insegnante, un dirigente scolastico non si toccano. Un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca. La funzione così delicata, così importante dell'educatore deve essere preservata e quindi l'obiettivo primario è quello di garantire condizioni di serenità per chi lavora per i nostri figli".

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Valditara: educazione sessuale a scuola (solo) con consenso genitori

Roma, 30 apr. (askanews) - "I genitori devono essere consapevoli delle iniziative didattiche in temi sensibili come quello della sessualità. Per le attività extracurricolari e per quelle legate all'ampliamento dell'offerta formativa in ambito di sessualità, specificatamente nell'ambito della sessualità, si stabilisce che le scuole devono acquisire il consenso preventivo per iscritto dei genitori in base a preventive informazioni esaurienti legate a soggetti esterni che partecipano, i soggetti esterni coinvolti, il materiale didattico che verrà utilizzato, le finalità e le modalità di svolgimento delle attività proposte": lo ha comunicato il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara nel corso della conferenza stampa organizzata al termine del Cdm.

"Per le attività di ampliamento dell'offerta formativa, cioè per le attività didattiche che devono svolgersi obbligatoriamente, le scuole devono fornire agli studenti un'attività formativa alternativa laddove sia stato da parte dei genitori negato il consenso. Cioè se un genitore dice io non sono d'accordo che mio figlio frequenti questo corso di approfondimento su determinate tematiche legate alla sensualità, la scuola deve obbligatoriamente mettere a disposizione un'attività formativa alternativa", ha precisato il ministro, aggiungendo che "i soggetti esterni autorizzati a tenere questi corsi devono avere requisiti di professionalità scientifica o accademica".

"Per le scuole dell'infanzia e per le scuole primarie, cioè per le scuole elementari, i temi legati alla sessualità che possono essere affrontati sono solo quelli contenuti nelle indicazioni nazionali, cioè nei programmi nazionali: biologia, corpo umano, riproduzione, evoluzione biologica, e via dicendo".

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Meloni: dal governo 1,2 miliardi per la sicurezza sul lavoro

Roma, 30 apr. (askanews) - Un miliardo e duecento milioni di euro per la sicurezza sul lavoro. E' quanto stanziato dal governo, secondo quanto annuncia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video al termine del Cdm.

"Abbiamo reperito insieme all'Inail - spiega - altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro. Vogliamo potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese in base chiaramente alla loro condotta in materia di sicurezza con particolare attenzione al mondo agricolo".

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