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Coronavirus, Trump: il mio contagio è stato un 'dono di Dio'

Washington, 8 ott. (askanews) - Un 'dono di Dio'... Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito il suo contagio da Covid-19 parlando in un video postato su Twitter e registrato, senza mascherina, nel giardino delle rose alla Casa Bianca, di fronte allo studio ovale, dov'è tornato dopo il rapido ricovero in un ospedale militare.

Un video di circa 5 minuti che ha scatenato immediate polemiche, soprattutto per la baldanza con cui, minimizzando le conseguenze della malattia, Trump non ha mostrato rispetto per le oltre 1 milione di vittime che il coronavirus Sars-Cov2 sta mietendo in tutto il mondo.

Non solo, Trump ha detto che non voleva lasciare la Casa Bianca perché non stava così male, lo ha fatto solo per dovere istituzionale su consiglio dei medici. Poi ha parlato dell'imminente arrivo del vaccino Made in Usa e della validità delle cure ricevute come rimedio al Covid-19.

"Voglio che tutti possano ricevere lo stesso trattamento terapeutico che ha ricevuto il presidente - ha detto - abbiamo il Regeneron, poi abbiamo una medicina molto simile dalla 'Eli Lilly'; è incredibile, mi sono sentito subito bene, già tre giorni fa stavo bene come sto adesso".

Poi Trump è tornato anche del rapporto tra il coronavirus Sars-Cov2 e la Cina, additando ancora una volta Pechino come responsabile della pandemia.

"Voglio mettere a disposizione di tutti quello che ho avuto io ma non dovrete pagare, non è colpa vostra è colpa della Cina e la Cina pagherà un grande prezzo per tutto questo".

Uno spot elettorale in piena regola, insomma; un tentativo di far leva sulla sua salute recuperata, per riguadagnare terreno rispetto all'avversario democratico, Joe Biden che tutti i sondaggi danno in netto vantaggio nella corsa alla Casa bianca.

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