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Referendum Atac, Pagano: "no", Atac sia un vero ente pubblico

sabato 10 novembre 2018
3' di lettura

Roma, (askanews) - A pochi giorni dal referendum sull'Atac, che l'11 novembre chiederà ai cittadini romani se lasciare la gestione del servizio di trasporto pubblico all'Atac o metterlo a gara sotto il controllo del comune, Riccardo Pagano, esperto di trasporti e coordinatore de "Mejio de no" spiega le ragioni del movimento. "Noi diciamo meglio di no perché la posizone del no è una posizione di profonda rottura rispetto ad un modello che è avanzato intorno al 2009 nel comune di Roma di liberalizzazione e poi di privatizzazione. L'Atac che vediamo oggi non è certo un modello di pubblico perché nella volontà dell'amministratore pubblico non c'era quella volontà di trasformare Atac in qualcosa che facesse l'interesse pubblico. "Oggi Atac è un sistema pensato per una liberalizzazione e una privatizzazione. Noi - spiega ad askanews - diciamo no perché riteniamo che Atac debba diventare un vero ente pubblico, una società che persegua l'interesse pubblico e che debba offrire un servizio che sia universale e garantito a tutti". Il sì, secondo Pagano "è la risposta sbagliata al disagio perché noi oggi andiamo a votare un referendum che ci chiede una scelta amministrativa. Affidamento diretto o affidamento tramite gara. Sono dell'idea che l'affidamento diretto ci permetta senza inserire un diaframma che è un contratto tra il comune e un privato ma direttamente di gestire i problemi industriali del sistema e quindi di andare ad incidere direttamente sulla infrastruttura che secondo noi è il problema fondamentale". "Il concordato preventivo è un esempio di quanto il sistema oggi mischi dei meccanismi privati a dei meccanismi pubblici in maniera fallimentare. Come è possibile che una società che dovrebbe essere pubblica poi partecipi a procedure fallimentari tipiche di una società privata. Questa è una delle parti del problema amministrativo che oggi coinvolge Roma. "Per questo noi diciamo: vogliamo un affidamento diretto ad una società che sia un vero e proprio ente strumentale del comune e che permetta all'amministrazione di agire direttamente sulle cause disfunzionali del servizio, cioè sull'infrastruttura, senza frapporre nessun meccanismo contrattuale ma incidere direttamente così che la politica possa realmente risolvere il problema. "Oggi Atac è quel miscuglio tra società pensata per il diritto privato, per fare utili pensata per un meccanismo che non è proprio quello del pubblico, quello dell'interesse pubblico e che quindi rende complessa anche la partecipazione dei cittadini a quello che è una società che teoricamente è una spa come qualunque altra società per azioni. Questò è un problema". A Roma, prosegue Pagano, "ci sono diversi comitati che si sono sempre impegnati per rinnovare la città per migliorare tutto quello che riguarda il servizio di trasporto pubblico. questi comitati oggi ci dicono che c'è bisogno che la politica abbia degli strumenti pern agire direttamente sull'ionfrastruttura, per agire fin nel dettaglio senza frapporsdi dei limiti. "Vogliono farci credere che questo sia un referendum su Atac o no Atac. No, questo è un referendum su quale sia il migliore sistema amministrativo per risolvere il problema. Il problema che secondo noi è infrastrutturale. Per risolverlo bisogna che la politica abbia un sistema diretto che le permetta di risolverlo fin nei minimi dettagli. Se questo non c'è avremo solo l'illusione di poterlo risolvere tramite una riforma gestionale che in realtà non risolverà il problema", è l'appello finale.

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Alla Scuola di Restauro di Botticino arriva un robot umanoide

Milano, 8 mag. (askanews) - "Sono RoBee, un robot umanoide progettato per assistere gli umani in compiti ripetitivi e pericolosi. Posso manipolare oggetti, navigare automamente e interagire con le persone, migliorando l'efficienza e la sicurezza nei processi produttivi". Arte e tecnologia, un legame sempre più stretto: alla Scuola di Restauro di Botticino - Valore Italia arriva infatti il primo robot umanoide cognitivo certificato in grado di fornire un aiuto concreto a studenti e docenti. Si chiama RoBee ed è stato protagonista di una simulazione dimostrativa promossa non a caso durante la Mind Innovation Week all'interno dei laboratori che fanno parte dell'ecosistema del polo tecnologico italiano nato nell'area dell'Expo 2015.

"Oggi ci troviamo all'Innovation Week di Mind, Milano Innovation District. La Scuola di Restauro di Botticino, parte di Valore Italia, è un centro avanzato per lo studio e l'applicazione di metodologie innovative nel restauro e nella conservazione del patrimonio culturale - spiega RoBee - Sono qui per dimostrare come la tecnologia possa assistere nel restauro e nella conservazione del patrimonio culturale, mostrando l'integrazione tra innovazione tecnologica e tradizione".

"Un'anteprima mondiale: per la prima volta in un laboratorio di restauro ospitiamo un robot, un umanoide - sottolinea Salvatore Amura, Amministratore Delegato di Valore Italia -. E' una sperimentazione che abbiamo avviato 3 anni fa, all'interno di un progetto di ricerca con l'Ospedale Galeazzi, l'Università Statale di Milano. Il rapporto tra la tecnologia, il mondo dell'arte e il mondo del restauro è un rapporto sempre più fondamentale. Noi portiamo le nostre opere abitualmente a fare Tac, radiografie, per cui a fare una diagnostica di alto livello".

RoBee è l'unico robot umanoide certificato per applicazioni nei settori industriale e sanitario. Realizzato da Oversonic, azienda italiana specializzata nella progettazione di robot umanoidi cognitivi, è capace di riconoscere oggetti e persone, di interagire, sostenere conversazioni, collaborare con gli umani e di prendere decisioni in autonomia analizzando i dati raccolti dall'ambiente.

"Una macchina che è in grado di fare tantissime attività di carattere cognitivo da un lato e di carattere operativo dall'altro. E' l'esaltazione reale di quella che noi chiamiamo genericamente Intelligenza Artificiale, perchè mettiamo a campo operativamente tutto quello che arriva dal mondo del digitale che naturalmente è alle spalle di quella macchina - osserva Fabio Puglia, Presidente di Oversonic -. La sfida era quella di mettere insieme molteplici tecnologie, farle coesistere e renderle operative, dando alla macchina una visione di lavoro che fosse la migliore al fianco all'uomo. Oggi ci sono ancora tantissime attività che l'uomo non dovrebbe più fare, ci sono tantissime attività che non trovano operatori che invece possono trovare nelle macchine come questa una soluzione estremamente performante".

"Non dobbiamo avere paura della tecnologia. Anzi: come istituzione universitaria noi dobbiamo offrire ai nostri studenti tutte le informazioni più avanzate, le informazioni che oggi la tecnologia ci mette a disposizioni, tutte le sperimentazioni - puntualizza ancora l'amministratore delegato di Valore Italia -. Questo perchè dar loro maggiori opportunità e maggiori occasioni per inserirsi nel mondo del lavoro, avere performance migliori e risultati che speriamo possano rispondere alle loro aspirazioni".

TMNews

Sanita: Acop, ripensare il Sistema Sanitario

Roma, 8 mag. - "Le strutture sanitarie private, che spesso garantiscono prestazioni altamente specialistiche che il Pubblico, gravato da una crisi senza precedenti, non riesce a erogare, devono essere un interlocutore privilegiato e non l'alternativa da fronteggiare. In un momento in cui il Sistema sanitario non riesce a reggere l'emergenza, è necessario avviare un dialogo fattivo che metta sempre al centro il "bisogno-salute" e il "bene-salute" dei cittadini; e non lavori sempre in emergenza. C'è quindi la necessità di definire le priorità, in maniera chiara, e il perimetro del Sistema sanitario; serve una linea comune e soprattutto, un salto di qualità, come ascolto, sono necessari investimenti, strutture, modelli di gestione" Se n'è discusso oggi in Sala Mattarella a Palazzo dei Normanni, a Palermo nel corso della tavola rotonda su "Obiettivi e sfide del sistema sanitario siciliano: verso la creazione di valore" organizzata da Acop Sicilia - Associazione Coordinamento Ospedalità Privata. L'obiettivo è quello di per ripensare in chiave locale un sistema sanitario più equo, sostenibile e vicino ai bisogni reali delle persone, consolidando il dialogo tra pubblico e privato. Alla tavola rotonda sono intervenuti, tra gli altri il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e l'assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, e il presidente nazionale di Acop e neo presidente di FederSalute, Michele Vietti. Carmelo Tropea, presidente regionale di ACOP, ha aperto i lavori a relatori di altissimo profilo, da Elio Borgonovi, professore emerito dell'Università Bocconi e presidente del Cergas, a Stefano Cazzaniga, partner del Boston Consulting Group, Piero Grasso, vicepresidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS, Guido Noto, coordinatore del centro di ricerca CREMS.

"Acop chiede al governo un cambio di passo, maggiori risorse per la sanità ma, soprattutto, una governance condivisa e un'integrazione reale ed efficiente tra le strutture pubbliche e quelle private accreditate. Solo da questa collaborazione può venire la soluzione strutturale dei gravi problemi che affliggono la sanità, in particolare quello delle liste di attesa" ha chiarito Michele Vietti, presidente nazionale di Acop, mentre Carmelo Tropea, a capo del sindacato di strutture private in Sicilia, spiega come "Acop rappresenta in Sicilia circa 3000 posti letto e 5000 addetti, un terzo delle attività ospedaliere sul territorio: siamo qui per rafforzare l'idea di un unico sistema necessario allo sviluppo della regione e ai bisogni dei cittadini. La sanità privata in Sicilia rappresenta circa il 35 per cento delle prestazioni ospedaliere, numero che cresce moltissimo se si pensa a tutte le attività socio assistenziali: siamo una realtà con cui dialogare". Secondo Elio Borgonovi, tra i promotori del documento che propone in 15 principi guida come affrontare le sfide della Sanità oggi, "Bisogna avere una visione integrata e globale della Salute, che non è solo erogazione di prestazioni ma presa in carico dei bisogni della popolazione partendo dalle prevenzione e diagnosi precoci, ma soprattutto farsi carico delle persone con cronicità". "Intendiamo migliorare l'accesso alle cure per i cittadini siciliani, rafforzando la qualità dell'offerta da parte di strutture pubbliche riorganizzate e razionalizzate - è intervenuto il presidente Renato Schifani - ma anche attraverso l'accordo con strutture private accreditate per incrementare la disponibilità di prestazioni sanitarie, dalle visite specialistiche agli interventi chirurgici, con una diminuzione dei tempi di attesa che ha purtroppo rappresentato una delle criticità maggiori del sistema sanitario regionale". L'assessore alla Sanità Daniela Faraoni ha sottolineato la necessità di "scommettere ed essere presenti, lavorare sul recupero di medici in fuga, sulle liste di attesa da abbattere, per condurre attività armoniche ai bisogni differenziati delle persone.

La distribuzione delle risorse deve essere totale e comprendere il privato quando offre prestazioni specialistiche necessarie e di alto livello. Registro con piacere la sensibilità, la condivisione di obiettivi e la volontà di investire: in un momento in cui gli attacchi mediatici ci colpiscono e ne usciamo doloranti, abbiamo bisogno di capire e andare avanti insieme".

In collaborazione con Acop

TMNews

Sanità, De Pascale (Emilia R.): scelta deliberata di sottofinanziarla

Modena, 8 mag. (askanews) - "Cerco sempre di avere un approccio laico. La scelta politica di questo governo è di non avere la sanità come priorità. E' evidente. E' una scelta legittima, davanti ai cittadini ognuno dà delle priorità e per questo governo non è una priorità il finanziamento del servizio sanitario nazionale". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, a margine di una conferenza stampa tenutasi oggi presso l'Azienda ospedaliero universitaria di Modena.

"In tutto il mondo il finanziamento del servizio sanitario nazionale si misura in rapporto al Pil - ha proseguito de Pascale - perché è evidente che questa litania insopportabile dell'aumento del valore assoluto di dire 'abbiamo messo un miliardo in più dell'anno scorso', se il costo dei farmaci è aumentato, se dobbiamo aumentare lo stipendio agli infermieri e ai medici, se i costi dell'energia aumentano, se appunto i farmaci innovativi hanno costi molto più elevati, se ci sono tecnologie nuove come quelle robotiche che consentono di dare prestazioni molto migliori ma che costano e che dobbiamo garantire a tutti i cittadini, è evidente che quel miliardo in più è molto meno del maggiore costo e quindi se non si aumentano le risorse parallelamente si stanno diminuendo le prestazioni".

De Pascale ha evidenziato l'impatto demografico sulla sanità: "L'invecchiamento della popolazione si porta dietro maggiori costi per il servizio sanitario nazionale - ha detto -. Un paziente oncologico che sopravvive grazie a un farmaco innovativo non solo è una spesa per il sistema sanitario nel costo del farmaco, ma necessita di follow-up, necessita di controlli. Quindi l'evoluzione scientifica e tecnologica migliora le risposte, ma aumenta i costi e se la spesa sanitaria non segue questi costi, significa che non la vogliamo garantire a tutti".

Per il governatore, la prova del fallimento è evidente: "Guardate in tutta Italia l'aumento delle assicurazioni sanitarie. La foto, la prova, se il sistema sanitario funziona o non funziona è l'aumento delle assicurazioni sanitarie. Sempre più cittadini in tutta Italia, non solo in Emilia-Romagna, ma in Lombardia, in Veneto, in Campania, in tutte le regioni, contraggono assicurazioni private sanitarie. L'ha detto il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, lo dicono tutti gli istituti, lo dicono tutte le Regioni, bisogna assumersi le sue responsabilità, ognuno si deve assumere le sue responsabilità. E si sta facendo la scelta deliberata di sottofinanziare il sistema sanitario" ha concluso.

TMNews

L'Albania al voto, Rama punta al quarto mandato con lo sguardo all'UE

Tirana, 8 mag. (askanews) - Domenica l'Albania va al voto per le elezioni politiche. Il Partito socialista, guidato dal primo ministro Edi Rama, punta a confermarsi per la quarta volta maggioranza, con all'orizzonte l'adesione all'Unione europea entro il 2030.

I seggi in palio in Parlamento sono 140 e a contenderseli sono 26 partiti. La legislatura in Albania dura quattro anni. Quelle di domenica saranno le decime elezioni parlamentari dalla caduta del comunismo nel 1991.

Alle precedenti elezioni, ad aprile 2021, il Ps di Rama aveva ottenuto il terzo mandato con 74 seggi ed è dato come favorito dai sondaggi. Il principale oppositore, il partito Democratico, è guidato dall'ex premier Sali Berisha. L'ottantenne, 12 anni all'opposizione, ora a capo della coalizione "Grande Albania", con un occhio allo slogan di Donald Trump. Promette il rilancio economico del paese, ma lo stesso Berisha rischia per un affare di corruzione.

Hanno diritto di voto 3,7 milioni di cittadini albanesi. E per la prima volta, potranno votare anche i cittadini della diaspora, quasi 250mila dei quali si sono registrati. Il voto sarà sorvegliato da centinaia di funzionari pubblici della giustizia ma anche di osservatori internazionali.

Per le strade di Tirana, Qani Shino, minatore in pensione, dice "dopo 45 anni di lavoro e tredici da quando sono in pensione, dallo Stato albanese prendo 187 euro al mese. Se gli albanesi fossero saggi, non dovrebbero votare per nessuno dei politici degli ultimi 34 anni perché ci hanno solo sfruttato".

Xhemal Alla, che vive in Germania, è felice del voto degli emigrati: "una cosa molto molto positiva" dice perché "per la prima volta gli albanesi all'estero possono votare".

E in molti guardano all'Unione Europea: Atinela Nikolla, che lavora nel settore finanziario, l'adesione "permetterà agli albanesi di far parte della grande famiglia europea, di avere un passaporto che offrirà le stesse opportunità degli altri cittadini europei".

Il risultato delle elezioni albanesi è importante per l'Italia, dove sono la seconda comunità straniera dopo quella rumena, E per il governo di Giorgia Meloni che con Edi Rama ha sviluppato un proficuo rapporto, fino alla creazione dei tanto contestati centri migranti che dovevano servire per i migranti in attesa di una risposta sull'asilo e ora fungono da stazione in attesa del rimpatrio.

TMNews