Genova, (askanews) - Due ore per recuperare i ricordi di una vita. A Genova la zona rossa è tornata a vivere dopo quel maledetto 14 agosto in cui il ponte Morandi è crollato. Le prime delle 281 famiglie sfollate di via Porro e di via Fillak hanno potuto tornare finalmente nelle proprie abitazioni per recuperare beni ed effetti personali dopo che i sensori installati sui due monconi del viadotto rimasti in piedi hanno fornito dati positivi sulla stabilità della struttura. Le operazioni di rientro, che dovrebbero durare circa 13 giorni, saranno però sospese nel caso in cui le condizioni meteo peggiorassero. Tanta commozione e poca voglia di parlare per i primi sfollati. Ad ogni nucleo familiare sono state concesse solo due ore di tempo per preparare gli scatoloni, che saranno poi custoditi in un magazzino messo a disposizione dal Comune di Genova. "Non so - dice ad Askanews Graziella Crosa, una degli oltre 580 sfollati della zona rossa - che effetto mi farà rientrare per l'ultima volta in casa. Quando si aprirà la porta cercheremo di prendere un bel respiro e vedremo. La speranza di poter tornare a casa a recuperare i nostri ricordi - sottolinea la donna - c'è sempre stata, anzi speravamo di poterlo fare molto prima. Prenderemo sicuramente le foto, i vestiti e alcuni oggetti, come le pentole, che ci permetteranno di ricominciare la vita in un'altra casa, poi i ricordi tangibili perchè gli altri li hai nella testa". Per velocizzare le operazioni di trasloco, all'esterno dei palazzi sono state posizionate delle autoscale per caricare gli scatoloni direttamente dai terrazzi e dalle finestre e calarli in strada.
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