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40 anni di SSN, Mariapia Garavaglia: difenderlo e migliorarlo

sabato 14 luglio 2018
2' di lettura

Milano (askanews) - Il Servizio Sanitario nazionale italiano compie 40 anni e, nonostante molte criticità, resta un elemento cruciale e quasi unico nel panorama del welfare. Per celebrare l'anniversario e indicare nuove possibili strade per il futuro, la Fondazione Roche ha organizzato un ciclo di incontri che vogliono sottolineare l'importanza di certe conquiste. Mariapia Garavaglia, presidente della Fondazione Roche: "In Italia - ha detto ad askanews - non sono così sicura che i cittadini sappiano che devono difenderlo, chi ha problemi gravi di salute in Italia ha la copertura totale, senza spendere. Si spende qualche ticket su cose meno importanti. Il Sistema Sanitario nazionale merita la nostra stima, anzi dobbiamo difenderlo, sapendo che è costoso, complesso e che ci accompagna perché evolve, come evolve la tecnologia, in tutti i nostri bisogni". Nello specifico il secondo appuntamento del ciclo è stato dedicato al tema dell'equità, sancita, in materia di cure sanitarie, anche dalla Costituzione. "Bisogna fare in modo - ha aggiunto la presidente Garavaglia - che ci sia la consapevolezza di chi eroga il servizio, cioè i decisori pubblici, di chi lavora, cioè gli operatori a tutti i livelli, e del cittadino che pretende senza superbia, che sa interloquire, perché l'equità è una virtù dei sistemi democratici". Su questo aspetto, e sul rapporto tra il pubblico e il privato, è intervenuto anche Fausto Massimino, direttore generale della Fondazione Roche. "L'equità - ci ha detto - deve essere una cifra distintiva del SSN, deve essere garantita dal pubblico, qualora ciò non fosse possibile, per ragioni di sostenibilità, deve essere compito anche del privato provare a integrare le carenze. Tenendo sempre però presente una tutela dei diritti che sia il più possibile universalistica e di garanzia dei cittadini e di chi dovrebbe essere cittadino, ma non lo è ancora". Una chiusa, quella sui futuri cittadini, particolarmente importante in questo momento storico nel quale la nozione di diritti spesso tende a essere ridotta piuttosto che ampliata.

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Cardinale Re: "Dal cielo chiediamo a te Francesco di pregare per noi"

Roma, 26 apr. (askanews) - "Chiediamo a te di pregare per noi. E ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica, in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l'intera umanità, con l'umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza": così al termine della sua omelia il Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re, nel corso dei funerali di Papa Francesco sul sagrato di San Pietro.

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Papa, il card. Re parla del suo aiuto ai migranti: applausi in piazza

Roma, 26 apr. (askanews) -La lunga omelia del Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re è stata interrotta in più punti da applausi della folla riunita sul sagrato della Basilica di San Pietro per i funerali del Pontefice. Applausi che sono tati particolarmente intensi quando il porporato, tratteggiandone la figura, ha ricordato la sua predilezione per i migranti e la loro sorte.

"Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi - ha detto Re - costante è stata anche l'insistenza nell'operare a favore dei poveri. È

significativo - ha quindi aggiunto - che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l'Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico".

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Funerali Papa, card. Re: ha realmente condiviso le nostre sofferenze

Roma, 26 apr. (askanews) - "Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa" ha detto il Decano del Collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re, nella sua omelia per i funerali di Papa Francesco a San Pietro.

"Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato. Il suo carisma dell'accoglienza e dell'ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d'oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali" ha aggiunto.

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Trump vicino re Felipe e Macron, chi siede dove in Piazza San Pietro

Roma, 26 apr. (askanews) - Sul sagrato di San Pietro per i funerali di papa Francesco il presidente degli Stati Uniti Donald Trump siede in prima fila con la moglie Melania; vicino ci sono il re Felipe VI di Spagna e la regina Letizia. Poco più a sinistra, sempre in prima fila, si vede il presidente francese Emmanuel Macron con la moglie Brigitte. Sempre in prima fila ma dalla parte opposta siede Zelensky con la consorte Olena. L'ordine dei posti segue l'alfabeto francese.

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