Milano (askanews) - Dopo 23 anni di onorato servizio, il gruppo Alpitour rinnova i propri Bravo Club, storici villaggi vacanze presenti in tutto il mondo. Un'operazione che risponde alle nuove esigenze del turismo contemporaneo e che, come ci ha spiegato Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour, parte proprio da un nuovo modo di pensare la vacanza in villaggio. "Ciò che fa la differenza veramente in un viaggio ormai - ha detto Burgio ad askanews - è l'esperienza, quindi o il contatto con gli animatori, o con le persone locali, oppure le escursioni. Cose che non possono essere ricondotte a fotografie o registrazioni E questa è un po' la chiave di tutto questo gioco, quello di riuscire a creare dei ricordi, cercare di dare degli argomenti per dei racconti, dei profumi e altre cose che facciano sì che la tua vacanza è stata diversa da quella dei tuoi amici che sono stati nello stesso posto la settimana prima o la settimana dopo". Inizialmente concepiti come avamposti italiani in Paesi esotici, ora i Bravo Club cambiano insieme a viaggiatori molto più consapevoli e a domande, come quella sulla gastronomia, che oggi sono diventate cruciali proprio per l'idea di una vacanza che sappia offrire stimoli ad ampio raggio. Per questo si è chiesto allo chef Simone Rugiati di immaginare 20 primi piatti esclusivi per i villaggi Bravo, realizzati mantenendo l'italianità dell'idea, ma con materie prime a km zero nei vari Paesi. E Pier Ezhaya, direttore Tour operating di Alpitour, ci ha raccontato come oggi il gruppo torinese ha scelto di modellare i propri villaggi. "Non semplicemente rappresentando l'italianità all'estero, che era la sua prima promessa - ci ha detto - ma cercando di far vivere al turista, al viaggiatore, un'esperienza diversa all'interno del Club, che va dalla gastronomia ai corsi di inglese per i bambini, da una serie di attività sportive a una serie di intrattenimenti di alta qualità. Noi quest'anno per esempio abbiamo aperto una collaborazione con Zelig... Diciamo che il livello di software, se così si può dire, all'interno del villaggio si è molto evoluto per intercettare dei bisogni nuovi emersi nel corso degli ultimi anni". Primo elemento di questo cambiamento, anche a livello di comunicazione, è il nuovo catalogo, che ci è stato presentato da Andrea Cortese, Chief Marketing e Digital Officier di Alpitour. "Quando si tratta di cambiare in maniera radicale quello che è un format e un prodotto presente da tanti anni - ci ah raccontato - abbiamo deciso di fare anche un investimento importante sul modo in cui presentavamo il prodotto Bravo al nostro consumatore. Abbiamo buttato via il vecchio catalogo e ne abbiamo ripensato il format: siamo passati da un catalogo a una rivista, a un magazine, non è più un catalogo, è un libro, un oggetto di design editoriale". A riprova del fatto che la formula del villaggio continua a funzionare, Alpitour ha anche diffuso alcuni numeri sui Bravo Club: nel 2018 il fatturato è cresciuto in doppia cifra e i 110mila viaggiatori dell'anno scorso hanno superato del 21% quelli del 2017.
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