Benedikt Höwedes (29 anni) è atteso oggi al J Medical di Torino per le visite mediche, poi firmerà per la Juve. Il difensore tedesco arriva dallo Schalke 04 in prestito annuale a 3,5 milioni con diritto di riscatto a 11,5. Marotta ha approfittato della rottura del giocatore con il tecnico Domenico Tedesco, battendo la concorrenza del Liverpool. Un investimento mirato e giustificato dalla necessità di arruolare sia un centrale che un terzino. E Höwedes, 187 centimetri di forza e rigore tattico, è in grado di ricoprire entrambi i ruoli con disinvoltura. Allo Schalke dall’età di 13 anni, fino a diventarne bandiera e capitano, il 29enne ha giocato 46 partite l’anno scorso, di cui 36 da centrale e le restanti da terzino. In un sol colpo, dunque, la Juve sa a chi affidare la scomoda eredità lasciata da Bonucci e da Dani Alves. Nel video, un gol di Höwedes con la maglia della Germania In realtà, c’è poco in comune coi due partenti: quando viene dirottato in fascia ( anche a sinistra, ciò spinge Asamoah verso il Galatasaray, che offre 4,5 milioni più bonus), è un terzino vecchia scuola, in grado di garantire una fase difensiva solida, ma non altrettanta spinta. Poche le similitudini con Bonucci: il nuovo arrivato non spicca per qualità in uscita palla al piede ed è più lento del milanista. I suoi pregi risiedono invece nella concretezza e nella continuità di rendimento. Poca la confidenza col gol: 23 in 335 presenze con lo Schalke, tra cui uno all’Inter nella vittoria per 2-1 ai quarti di ritorno di Champions nel 2011. La Juve, che ha subito 5 gol nelle prime tre uscite (3 dalla Lazio in Supercoppa, 2 a Genova domenica) sta facendo i conti col vuoto che le partenze hanno lasciato in difesa (non colmate da Rugani e Benatia). Un vuoto caratteriale prima che tecnico. Anche a questo potrà rimediare Höwedes, giocatore maturo con in tasca un Mondiale da protagonista nel 2014. Sul suo pedigree arriva la conferma di Khedira: «È un trascinatore, dà sempre tutto». Con l’arrivo di Benedikt, insomma, la Juve cambia pelle. Ma lo spirito può restare intatto. di Alberto Neglia