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Cagliari-Pescara, insulti razzisti a Muntari. Lui lascia il campo ma prima è quasi rissa con l'arbitro: "Va sottoterra"
Una protesta clamorosa in Serie A. In Cagliari-Pescara il ghanese Sulley Muntari ha abbandonato il campo a causa dei buu e degli insulti razzisti urlati dai tifosi sardi. L'ex centrocampista di Inter e Milan, da gennaio agli abruzzesi, ha avuto parole dure per l'arbitro Minelli, colpevole di non aver sospeso la partita. "Avete visto cosa è successo, hanno fatto dei cori contro di me - ha spiegato Muntari, 33 anni, ai microfoni di Sky Sport a fine gara -. Nel primo tempo ho visto che nel gruppetto c'erano anche dei bambini, mi sono rivolto ai genitori, ho dato loro una maglia. Se anche i bambini vedono queste cose, non va bene. Non vale solo per il calcio. Serve dare l'esempio per farli crescere bene". Nel secondo tempo la situazione è degenerata. "La curva ha continuato, ho provato a parlare con loro, ma l'arbitro mi ha detto che non dovevo parlare con pubblico e li mi sono incazzato. L'arbitro ha detto che parlava lui, io gli ho detto che doveva avere le palle per fermare la partita". "Non è calcio questo. Ho cercato di stare calmo. Io rispetto tutti. Ma non poteva alzare la voce con me, avevo ragione". E poi la frase choc: "L'arbitro è stato fortunato. Se lo toccavo era sottoterra".
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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