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Sinistra e sindacati in piazza, coro-choc contro Meloni: "La vogliamo in Siberia"

Il grande giorno o presunto tale dei sindacati si traduce in un rovinoso flop. Oggi, mercoledì 25 settembre, ecco in piazza a Roma le sigle Cgil e Uil, unite nella protesta contro il ddl sicurezza del governo. Una protesta che ha unito diverse città italiane, ma l'evento "principale", appunto, era quello nella capitale.

In piazza anche Elly Schlein e Giuseppe Conte, rispettivamente leader di Pd e M5s. La prima ha parlato di "norme liberticide, che vogliono reprimere duramente il dissenso, anche quando manifestato pacificamente". E ancora, secondo la dem, le leggi in alcuni casi hanno "dei profili per noi di incostituzionalità, come quelle dei reati commessi vicino alle stazioni". In definitiva, un pacchetto di norme che "non porta più sicurezza, ma più repressione", con "norme più repressive del codice Rocco", il codice penale varato nel 1930 in Italia, "dettate da una furia ideologica". Insomma, un discreto delirio.

Poi ecco il grillino Conte, che ha parlato di leggi che "ci portano indietro nel tempo, peggiorando addirittura il codice penale Rocco introdotto in epoca fascista", fa eco alla Schlein. Già, ne sono convinti: peggio del fascismo, un refrain al quale ovviamente si unisce anche Nicola Fratoianni, secondo il quale addirittura il ddl "manderà in galera gliperai che manifestano per il proprio posto di lavoro, gli studenti che manifestano per la loro scuola e per i loro diritti, gli eco-attivisti", le spara grossissime.

E insomma, di fronte a simili sparate, ecco che anche l'esigua folla che si è radunata in piazza si galvanizza, si sente in diritto di spararla ancor più grossa. Un esempio? Eccolo nel video: "Vogliamo la Meloni in Siberia". Questo uno degli slogan scanditi in piazza Vidoni, di fronte al Senato, dove è andata in scena la potesta. Già, roba da Unione Sovietica, da dittatura, alla faccia della democrazia che i manifestanti affermano di difendere. Già, i "comunisti" non cambiano mai...

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