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Beppe Grillo, Dagospia: "Il video? Gli avvocati gli hanno detto che Ciro finirà a processo ed è andato in tilt"

Una drammatica accelerazione. Secondo Dagospia, il violentissimo e discusso video con cui Beppe Grillo ha difeso il figlio Ciro, indagato per stupro di gruppo ai danni di due ragazze. Il comico e fondatore del M5s "era cautamente ottimista", spiega il sito di gossip politico di Roberto D'Agostino, perché "dopo quasi 2 anni da quella sera di luglio 2019 era convinto che il rinvio a giudizio sarebbe stato evitato".

Invece, il colpo di scena. "Pochi giorni fa i suoi avvocati lo hanno informato che la procura di Tempio Pausania era più che convinta a spedire il figlio a processo". Per questo, insinua Dago, Grillo "è andato in tilt, ha perso il controllo e ha consegnato al web il suo furibondo intervento fin troppo sopra le righe". Un intervento "da padre ferito" che però ha provocato sconquassi dentro il Movimento 5 Stelle. Più "silenzi assordanti" che solidarietà. Gli unici a schierarsi al suo fianco infatti sono stati Alessandro Di Battista e Paola Taverna, molte onorevoli grilline hanno invece criticato i toni, kaddove non la sostanza di quel video-messaggio. 


Spicca il commento tardivo di Giuseppe Conte: "Per spingere l'indeciso-a-tutto a spiccicare qualche parola s'è dovuto adoperare a lungo il povero Vito Crimi", nota malizioso Dagospia. Risultato: un messaggio molto democristiano, che ha cercato di risultare equidistante tra il padre e la ragazza, e "che non ha convinto nessuno e ha scontentato tutti". Luigi Di Maio, addirittura, "ha dribblato anche l'intervista a L'aria che tira - conclude Dago il suo affresco a tinte fosche - e ha intimato ai suoi di restare sottocoperta". Addirittura, Dago conclude sostenendo che sarebbe stato proprio Grillo Beppe a chiedere alla compagna Parvin Tadjk, madre di Grillo Ciro, a esporsi con un commento.

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