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Coronavirus, Mario Draghi: "Non sappiamo quanto durerà né quando arriverà la prossima pandemia". Fine pena mai?

Fine pandemia, mai. Lo suggerisce Mario Draghi quando, con toni sottilmente inquietanti, suggerisce di tenerci pronti a tutto, perché "non sappiamo quanto durerà" l'emergenza coronavirus e perché "non sappiamo quando arriverà" la prossima. Traduzione: il virus ci ha insegnato che a livello sanitario tutto può accadere, travolgendo interi Paesi e continenti nel giro di poche settimane e mettendoli in ginocchio dal punto di vista sociale ed economico. "La pandemia di Covid-19 ha colpito le economie e i sistemi sanitari globali, mettendone in evidenza i limiti. Non eravamo pronti, i piani d'emergenza erano obsoleti ma abbiamo reagito". Chissà, forse fischieranno le orecchie anche al suo ministro della Salute Roberto Speranza, su cui grava il sospetto di aver acconsentito alla "censura" di un report dell'Oms nel maggio 2020 che denunciava proprio l'assenza di un piano pandemico aggiornato per l'Italia e l'inadeguatezza delle politiche messe in atto dal governo Conte 2, in cui Speranza come noto rivestiva il medesimo incarico di oggi.

"L'attuale pandemia ci impone di essere meglio preparati per il futuro - è la riflessione del premier -. Non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia" e per questo occorre sfruttare l'infausta occasione del Covid per "ristrutturare i sistemi sanitari nazionali". "Dobbiamo sostenere la ricerca, rafforzare le catene di approvvigionamento e ristrutturare i sistemi sanitari nazionali. Dobbiamo rafforzare il coordinamento e la cooperazione globali", ribadisce il presidente del Consiglio, in un videomessaggio realizzato in vista del Global Health Summit del 21 maggio a Roma.

Nel frattempo, il primo fronte è quello delle riaperture. Le prime, per chi passerà in zona gialla, sono previste dal 26 aprile. La scuola tornerà in presenza anche per chi resterà in zona arancione o rossa, ma i governatori avvertono: "Impossibile farlo al 100%". La preoccupazione per i focolai relativi non agli istituti, ma ai mezzi di trasporto. Poco o nulla, infatti, è cambiato rispetto al secondo lockdown, iniziato lo scorso autunno. 

L'unico elemento che regala speranza è quello della campagna vaccinale. Ultima novità, Johnson & Johnson: con l'eventuale responso positivo di Ema e Aifa al siero americano, il commissario Francesco Figliuolo è pronto ad assegnare alle regioni le 184mila dosi stoccate a Pratica di Mare già da domani. E sempre sul fronte riaperture, la ministra degli Interni Luciana Lamorgese ha avvertito gli italiani: liberi sì, ma sorvegliati speciali. "Noi faremo i controlli e saremo particolarmente rigidi perché non possiamo rischiare di buttare a mare quello che abbiamo fino ad ora. Crediamo nelle aperture e nel senso di responsabilità di ognuno di noi".

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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