Vincenzo De Luca lancia l'allarme sui vaccini: "Con questo ritmo, ci metteremo altri 2 o 3 anni"
Altro bagno di umiltà per Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania ora rivendica lo stop all'iniziativa più controversa di Domenico Arcuri. "Mi permetto - esordisce su Facebook - di rivendicare qualche merito nell’aver bloccato l’operazione Primula, 10 milioni di euro buttati a mare che potrebbero essere dati al personale sanitario e infermieristico come incentivo nella battaglia anti Covid". Per il presidente della Regione del Pd il super commissario ha sbagliato tutto, "non ha fatto l'unica cosa che andava fatta". Cosa? "Prendere le misure necessarie per fornire l’Italia delle tecnologie indispensabili per produrre in Italia, magari su licenza di Pfizer, Moderna o Astrazeneca, i vaccini per i nostri concittadini". In sostanza De Luca segue la scia di Luca Zaia.
Il governatore del Veneto ha già risposto ai ritardi delle società farmaceutiche facendo da sè. "Con un lavoro di 6-7 mesi - condivide il dem - avremmo dotato tante nostre aziende delle tecnologie necessarie a produrre i vaccini. Non lo abbiamo fatto, per la verità neanche l’Europa, ma avremmo dovuto fare questa come scelta principale. Così oggi noi siamo in attesa di quello che decidono le case produttrici. Abbiamo avuto meno della metà dei vaccini che erano stati programmati".
Da qui la peggiore delle ipotesi: "Se andiamo avanti con questo ritmo a causa dei mancati arrivi dei vaccini - conclude - noi ci metteremo 2 o 3 anni per completare la vaccinazione dei nostri concittadini. Questo ci espone ad un pericolo grave: quello dell’emergere di nuove varianti, anche non coperte dai vaccini. Questo sarebbe un problema drammatico. Per questo i tempi di somministrazione del vaccino sono decisivi". L'Italia intera, senza distinzione di regione, è dunque appesa alle case produttrici, che già hanno rivisto al ribasso le dose destinate.