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Luigi Di Maio, bocche cucita sul M5s che cade a pezzi: "Ora è inutile parlare", bocca cucita sulle espulsioni

Guardate che "leader". Oggi, giovedì 18 febbraio, il giorno del terremoto a Cinque Stelle. Vito Crimi annuncia l'espulsione dei 15 che al Senato hanno votato contro la fiducia a Mario Draghi. E alla Camera - il voto è atteso in serata - ci sarebbero altri venti contrari. La valanga si ingrossa. E il "leader" da guardare è Luigi Di Maio, ministro degli Esteri confermato ed esponente di spicco di quel che rimane del M5s. Già, perché da parte sua, una parolina, è lecito aspettarsela. Il suo partito sta crollando, insomma che cosa vuole fare? Che cosa ne pensa? Ma niente di niente.

Intercettato dai giornalisti insieme ad Alfonso Bonafede all'ingresso della Camera dei Deputati, viene ovviamente interpellato sulle espulsioni, sul caos pentastellato, sul delirio che sta scuotendo il suo partito e sulla guerra tra bande che lo sta lacerando. Ma Di Maio, esattamente come l'ex ministro della Giustizia Bonafede, semplicemente non risponde. Non ha niente da dire. "Nessuna dichiarazione", taglia corto Dj Fofò. "Adesso è inutile parlare", aggiunge Di Maio. Per lui è "inutile parlare". Come detto: guardate che "leader", il leader che in un momento del genere afferma in favor di telecamera che "è inutile parlare".

In un secondo video, si vede Di Maio assediato dai giornalisti. Un assembramento in piena regola nel quale il ministro degli Esteri rimane bloccato, quasi impossibile divincolarsi. Ma nemmeno sotto assedio, Giggino si lascia sfuggire una parola. Al massimo una battuta: "Ridatemi Fraccaro!", afferma, scherzando. Già, con lui c'era anche Riccardo Fraccaro, parimenti silenzioso, il quale si era allontanato nella bagarre che avevano apparecchiato i giornalisti. Poi tutti dentro a Montecitorio. E bocche rigorosamente cucite.

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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