Danilo Toninelli, il controsenso: "Mario Draghi? Ho votato no su Rousseau, ma oggi dico sì"
Prima un "no" poi un "sì". Danilo Toninelli non si smentisce mai e sulla fiducia a Mario Draghi incappa nell'ennesima svista. Il grillino ha negato il proprio voto favorevole al nuovo premier su Rousseau, ma ha intenzione di dare il via libera alla fiducia in Senato. Una contraddizione spiegata così: "Non è stato un brutto discorso, vedremo da domani come saranno i provvedimenti. Il Movimento 5 Stelle darà una fiducia che però parte da domani - ha premesso ai cronisti -. Oggi sarà un Sì ma da domani ci servono conferme... vedremo se Draghi difenderà il ministero per la transizione ecologica che è il motivo per cui il M5S ha detto con immensa fatica Sì a questo governo. Sarà una fiducia giorno per giorno, se sarà tradita questa fiducia il giorno dopo abbandoneremo". Peccato però che quel ministero che ora i Cinque Stelle rivendicano sia stato affidato a un tecnico: Roberto Cingolani. L'ex banchiere ha accantonato l'ipotesi di un grillino al nuovo dicastero, accorpato poi all'Ambiente. Insomma, un doppio smacco su cui Toninelli sorvola.
Non tutti però seguono la scia dell'ex ministro. I pentastellati alla Barbara Lezzi si sono ribellati ai vertici del Movimento, chiedendo una nuova votazione. Il motivo è semplice: "Non c’è il super-ministero che avrebbe dovuto prevedere la fusione tra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Ambiente oggetto del quesito. Chiediamo che venga immediatamente indetta nuova consultazione con un quesito in cui sia chiara l’effettiva portata del ministero e che riporti la composizione del Governo", tuonava la senatrice. Da qui la domanda scontata sulla scissione. "Spero di no", l'ha liquidata in fretta Toninelli per poi precisare: "Ho votato No su Rousseau ma rispetto la maggioranza degli iscritti". Giorni fa il pentastellato si diceva "orgoglioso di aver votato no a un governo con Forza Italia e Lega". E ora ha cambiato idea?
Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev