Matteo Salvini da Draghi, "condivisione totale, nessun veto dalla Lega". Apertura storica, colpo durissimo a Pd e M5s
"La nostra visione dell'Italia sotto molti aspetti coincide". Matteo Salvini esce dalla consultazione con Mario Draghi visibilmente soddisfatto. La Lega di fatto si considera a bordo del governo, "senza veti". "Al centro del confronto - spiega il leader del Carroccio - ci sono stati sviluppo, imprese, crescita, cantieri e turismo. Noi non poniamo condizioni, a differenza di altri che dicono no a Salvini, alla Lega e ai sovranisti". L'ex ministro degli Interni lo ribadisce con forza: "Dalla Lega nessuna condizione su persone, idee e movimenti, perché l'interesse nazionale supera quello personale o di partito, in una crisi figlia del caos della maggioranza uscente noi cerchiamo soluzioni mettendo al centro lo sviluppo". "Dobbiamo condividere un pezzo di strada tutti insieme - sottolinea -, un pezzo di strada che evidentemente non sarà lungo. E poi torneremo a confrontarci alle elezioni. Ci confronteremo su sanità, lavoro e scuola, nessuno sogna di imbarcarci in una riforma epocale della giustizia, anche se ce ne sarebbe bisogno".
Dal punto di vista programmatico, Salvini chiarisce: Soldi alle imprese, chiediamo lavoro e non beneficenza o assistenza. Nessuna tassa in più, nessuna patrimoniale sui conti correnti o tassa sulla casa, semmai pace fiscale per far respirare i cittadini e far incassare lo Stato". Le parole chiave del faccia a faccia con il premier incaricato? "Cantieri, Tav, Ponte sullo Stetto di Messina, Tirreno-Brennero, Roma-Latina, Dorsale adriatica, Pedemontana, porti di Gioia Tauro e Trieste". "Con il professor Draghi - giura il leader della Lega - c'è sensibilità comune. Sviluppo, cantieri e imprese che siano compatibili con la difesa dell'ambiente. Green economy e aria pulita sì, ma senza ideologie. Alcuni ambientalisti da salotto che pensano alla Plastic tax non fanno gli interessi dei nostri figli".
La polemica con il governo uscente è vivissima: "Basta ritardi e scivoloni su ospedali, vaccini e medici. Non spendiamo altre centinaia di milioni per primule e capannoni nei deserti, diamoli al personale sanitario". Poi il tema dell'Europa, come carta decisiva per stanare scettici e critici: "Qualcuno sventola la bandiera di un europeismo privo di contenuti per dire no alla Lega. Noi siamo in Europa, e credo che né De Gasperi né De Gaulle pensassero all'Europa della direttiva Bolkenstein. Se c'è da difendere l'interesse di aziende, spiagge o agricoltura italiana, noi vogliamo un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta. Su questo c'è stata condivisione totale con il premier incaricato. E sulle alleanze internazionali, visti gli scivoloni di alcuni periodi e di alcuni politici, chiariamo che la nostra collocazione è atlantica, nel segno di una amicizia con Usa, Israele e Occidente democratico mantenendo però buone relazioni con tutti".
Superare l'emergenza Covid: "Abbiamo condiviso la riflessione del professor Draghi sulla necessità di tornare a vivere, dopo mesi di chiusure, Dpcm, paure e distanze portano paura, alienazione, aumento dell'uso di psicofarmaci e droghe, incremento di povertà. Vorremmo che il nuovo governo sia il governo della rinascita e della riapertura. Noi sogniamo una Italia di nuovo aperta, perché altrimenti sarà un problema economico, sociale, culturale e anche sanitario. La chiusura a distanza si ripercuote in violenze domestiche e rabbia. Il sole di oggi lo prendo come un buon auspicio, la Lega è la prima forza del paese e siamo a disposizione. A differenza di altri non penso che possiamo andare avanti solo a forza di no. Grillo, Boldrini, Leu, Pd? Siamo diversi, non abbiamo pregiudizi, con Draghi abbiamo parlato del futuro dei nostri figli". E sui nomi dei ministri indigesti, Salvini ne fa uno solo: "Certo, se mettessero la Fornero al Welfare sarebbe complicato".
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev