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Giuseppe Conte, il cenone di Natale è il punto critico del decreto: il governo cade sui "due non conviventi"?

Il "cenone di Natale" con due non conviventi ammessi in casa rischia di far crollare il castello di carta del decreto di Giuseppe Conte. Il premier lo precisa subito, celebrando il raggiunto "punto di equilibrio tra la stretta e le deroghe necessarie in considerazione dell'importanza sociale e ideale che queste prossime festività hanno nella nostra comunità nazionale". Tradotto: chiudere in casa gli italiani il 24 e 25 dicembre o Capodanno, obbligando genitori, nonni e figli a restare isolati, avrebbe provocato un drammatico contraccolpo psicologico, e forse anche elettorale.  


"Dobbiamo intervenire e vi assicuro che non è una decisione facile, è sofferta, per affrontare un regime di misure più restrittive", ha sottolineato non a caso Conte. Il decreto prevede che nonostante la zona rossa nei festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio due non conviventi, con figli al seguito ma minori di 14 anni, possano andare a casa di parenti e a amici dalle 5 alle 22, rispettando cioè il coprifuoco. Restano sul tavolo però tutte le criticità del caso: impossibile vietare per legge a chicchessia di ospitare in casa qualcuno, quindi quella del governo è solo una raccomandazione, anche perché di fatto sarà impossibile per gli agenti schierati in strada la verifica di quante persone effettivamente siano presenti nelle singole abitazioni. Ma se come ha ripetuto più volte il premier la situazione è così drammatica, il rischio è che gli incontri in casa aumentino la curva dei contagi a partire dal 7 gennaio. Quando sarà impossibile trovare nuovi "punti di equilibrio".

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