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Giuseppe Conte, il nuovo Dpcm: "Non amiamo la parola coprifuoco, altro lockdown insostenibile. Martedì il decreto ristoro"

"Non amiamo la parola coprifuoco". Giuseppe Conte lo mette subito in chiaro, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per presentare il nuovo Dpcm firmato in fretta e furia per arginare la seconda ondata di coronavirus. Forse perché sa, il premier, che dal punto di vista comunicativo e politico questa volta, a differenza di marzo, l'insofferenza degli italiani è chiara, evidente e diffusa. Tuttavia, ai di  là delle parole, le chiusure di bar e ristoranti alle 18 e quelle totali di teatri, cinema, palestre e piscine un coprifuoco lo è, eccome. Ma il punto è un altro. 

"Non possiamo permetterci nuovo lockdown", spiega Conte, e per questo servivano "misure più restrittive". "L'indice Rt ha raggiunto la soglia critica di 1,5. Il governo si è dato un obiettivo chiaro: vogliamo tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Solo così riusciremo a gestire la pandemia e non rimarremo sopraffatti". Gestire la curva, non abbatterla, precisa il premier. "Gli ultimi dati epidemiologici che abbiamo analizzato non ci possono lasciare indifferenti. Se a novembre rispetteremo le regole riusciremo a tenere la curva sotto controllo ed allentare poi le misure per affrontare dicembre e Natale con maggiore serenità", Elencando le misure ormai note da ore, il premier ha voluto precisare che arriveranno "in tempi brevi abbondanti, o comunque adeguati ristori economici" a negozianti e commercianti le cui attività verranno sospese, "sotto forma di bonifico su conto corrente attraverso l'Agenzia delle Entrate". Entro martedì arriverà il "Decreto ristoro", un contributo a fondo perduto per le categorie più penalizzate. Di numeri, però, il premier non ne ha potuti né voluti dare.


Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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