Cerca
Logo
Cerca
+

Alessandro Di Battista in difesa del reddito di cittadinanza: "E allora aboliamo i mezzi pubblici"

Ahinoi, è tornato Alessandro Di Battista, il grillino urlatore seriale, ora di fatto impegnato a brigare contro il governo Conte. Si è palesato in Puglia, a Bari, per la campagna elettorale M5s. Calata in Puglia che ha fatto molto discutere e agitato il M5s. Ma tant'è. Qui si parla delle sue parole sul reddito di cittadinanza, l'assegno ai fannulloni ancor più nel mirino dopo che si è appreso venisse percepito dalle famiglie dei balordi di Colleferro, ennesimo scandalo che mette in luce le storture dello strumento. Ma per Dibba tutto bene. Anzi, benissimo.

"Pensate al reddito di cittadinanza, io divento pazzo quando leggo sui giornali le critiche di persone che non conoscono la difficoltà di non riuscire a pagare la bolletta e che dicono tizio, Caio, Sempronio e quei delinquenti che hanno ucciso Willy lo prendono - premette il Che Guevara di Roma Nord -. Aumentiamo i controlli, per l'amor di Dio, però bisogna contrastare questa comunicazione becera contro una misura di dignità", la spara.

E ancora: "Pensate se non ci fosse stato in un momento di Covid e crisi economica. Bisogna contrastarle con forza queste critiche, rafforzando l'idea che il reddito è fondamentale". Dunque, il capolavoro: "Sarebbe come dire che siccome ci sono persone che non pagano il biglietto si devono togliere i mezzi pubblici". Un totale delirio: i mezzi pubblici hanno una pubblica e sostanziale utilità, a differenza del reddito ai fannulloni. "Oggi questo paese grazie al reddito e al decreto dignità è diventato obiettivamente più civile", conclude Di Battista.

Dai blog