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"Quella telefonata? Non ricordo". Lockdown, il lapsus che conferma le balle di Conte

Alla festa del Fatto Quotidiano l'ospite d'onore, intervistato da Antonio Padellaro, è Giuseppe Conte. Ora, che sono stati desecretati tutti i verbali del Cts, si torna a parlare del lockdown per il coronavirus. Avendo però informazioni più precise. E tornano alla mente le accuse mosse al premier al picco della pandemia, da marzo in poi, quando veniva accusato da più fronti di non coinvolgere le opposizioni nei processi decisionali di un momento drammatico e senza precedenti. E a tal proposito, un lapsus del premier è emblematico.

In primis, Conte difende a spada tratta la scelta del lockdown totale: "Questo determinò dall'oggi al domani, in poche ore, una completa alterazione della curva epidemiologica. Dopodiché, a distanza di circa 24 ore, valutando alla luce del fatto sopravvenuto, con piena condivisione da parte dei presidenti delle regioni del Centro e del Sud, decidemmo che non dovevamo attendere oltre. La situazione imponeva il lockdown totale - rimarca -. Il giorno successivo, il 10 marzo, il Cts si riunisce e formalizza la piena condivisione. Ne parlai con Sergio Mattarella, con tutti i ministri". A questo punto Padellaro gli chiede se ne aveva parlato anche con i capi dell'opposizioni, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ed eccoci al lapsus: "Quasi tutte le decisioni le ho prese con loro. Confesso, non ricordo esattamente la telefonata ai capi dell'opposizione. Ne ho fatte tante", chiosa Conte. Già, forse quella telefonata non c'è mai stata...

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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