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Scuola, Matteo Salvini contro il governo: "Mascherine, no al bavaglio in faccia a bimbi di sei anni"

Siamo a Rapallo, ultima tappa del tour elettorale in Liguria di Matteo Salvini. Dalla piazza del paese, nella mattinata di mercoledì 2 settembre, il leader della Lega punta il dito contro il governo, contro i tentennamenti nella ripartenza delle scuole, contro le incapacità dell'esecutivo e di Lucia Azzolina nel gestire l'emergenza coronavirus. "La priorità dalla primavera scorsa è la scuola: ci sono 8 milioni di bambini che aspettano dalla primavera, in tutti Europa i bambini sono già in classe. E il Corriere della Sera oggi titola: 50mila cattedre vuote. Noi suggeriamo all'Azzolina da mesi le soluzioni", rimarca Salvini. Dunque aggiunge: "Stanno litigando da settimane su chi misura la febbre. Ad oggi, a quanto si è capito, la febbre la misurano a casa mamma e papà tutte le mattine: questi vivono su Marte. Se hai tre figli che entrano in classe in tre orari diversi, come si fa? Ci si sveglia alle 5? E su uno dei miei tre figli ha 37,5?", insiste il leghista. Dunque, l'affondo contro l'ipotesi di obbligare gli alunni ad indossare la mascherina in classe: "Tenere alta l'attenzione. Usare le precauzioni - premette -. Ma la scuola è sacra: non si tocca il diritto allo studio dei bambini. E mi rifiuto di pensare cosa di cui al Governo stanno ancora discutendo, che venga messo il bavaglio in faccia a bimbi di sei anni per sei o sette ore in classe. I nostri bimbi non sono pacchetti da chiudere in classe con plexiglas, mascherine e diserbante", conclude Matteo Salvini.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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