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Domenico De Masi: "Di Maio? Era meglio uscire dalla Farnesina. Anzi, doveva mettersi a studiare"

Domenico De Masi, professore di Sociologia del lavoro all' Università La Sapienza di Roma, cerca di minimizzare, ma per un periodo è stato descritto come il sociologo dei grillini. Sulle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico dei M5s, ha le idee molto chiare: "Avrebbe dovuto studiare di più e avrebbe fatto meglio a dimettersi da ministro degli Esteri", dice in una intervista al Giornale in edicola venerdì 24 gennaio. Per approfondire leggi anche: Domenico De Masi a Omnibus, enigma Paragone "È un ragazzo che è arrivato a 27 anni a fare il vicepresidente della Camera e lo ha fatto bene. In quel periodo non è uscito nemmeno un articolo contro di lui. Poi ha affrontato da solo la campagna elettorale del 2018 e pure è andata bene, perché ha portato il M5s dal 27% al 33%. I problemi sono cominciati dopo le elezioni politiche si è fatto prendere dalla voglia di fare quattro cose insieme: Capo del M5s, due ministeri e la vicepresidenza del Consiglio, non ce l' avrebbero fatta nemmeno Churchill, Adenauer o De Gaulle. Lui è un uomo di destra. Ora spera che Salvini vinca in Emilia-Romagna e che Conte vada a casa, in modo che lui possa ritornare in auge. Di sicuro non gli piace un governo di sinistra con Conte come punto fermo". Le dimissioni? "Il M5s lo conosce bene, gli Esteri non li conosce per niente. È stato costretto a lasciare una cosa che più o meno sapeva fare per continuare a fare una cosa che non sa fare. Avrebbe fatto meglio a lasciare la Farnesina» e ritirarsi per quattro anni. Doveva Andare ad Harvard o alla London School of Economics a fare un master. Così a 37 anni poteva tornare in politica molto preparato e con tutta la vita davanti".

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