Giuseppe Conte non lascia la politica, gelo di Di Maio e M5s: "Perché ora? Non è un caso". Il retroscena
"Tutti si sono chiesti: perché ora?". Secondo il Corriere della Sera, da Luigi Di Maio in giù tutti nel M5s hanno accolto con sorpresa (negativa), gelo o addirittura irritazione l'uscita del premier Giuseppe Conte, che lunedì ha annunciato con un colloquio a La Repubblica la propria intenzione di non lasciare la politica alla fine di questo mandato. Una bomba a cui si è aggiunta, in serata, la conferma dal ministro dell'Istruzione dimissionario Lorenzo Fioramonti del suo addio al gruppo dei 5 Stelle per confluire "a titolo personale" nel Misto alla Camera. Leggi anche: Incontri internazionali segretissimi, "così Salvini trama per far cadere Conte" Le due vicende non sono slegate, perché proprio Fioramonti sarebbe indicato da molti come il leader di un imminente gruppo autonomo di grillini ed ex, i nuovi "responsabili contiani". Il premier ha rifiutato l'ipotesi, "ma la sua presa di posizione - spiega ancora il Corsera - è parsa nel Movimento più un atto dovuto che una reale volontà di restare fuori dall'agone". E a conferma dei sospetti sono arrivate, appunto, le parole di Conte sul suo futuro prossimo. Conte ormai gioca in proprio o, peggio dal punto di vista Di Maio, di sponda con il Pd più che con i 5 Stelle. "È un segnale di debolezza - è la reazione di molti grillini -. Perché annunciare ora il suo futuro politico, quando è il premier in carica? Evidentemente non crede molto nel presente". Altri commenti più acidi: "Si ricordi da dove è venuto e chi lo ha portato fino a Palazzo Chigi". In questo scenario, si aggiunge l'assalto di Pd e Italia Viva a Quota 100 e soprattutto reddito di cittadinanza, bandiera del Movimento, misura a cui Conte non sarebbe più così disposto a fare da scudo umano. Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, Salvini sfotte il "maratoneta" Conte: "Non arriva al primo chilometro"