Open, Matteo Renzi e il clamoroso sospetto dentro al Pd: "I soldi e la scalata. Ricordate quando...?"
L'inchiesta giudiziaria su Open potrebbe non portare a nulla, ma per Matteo Renzi la slavina politica è già iniziata. Secondo il Fatto quotidiano, nel Pd hanno accolto i guai dell'ex segretario scissionista, oggi leader di Italia Viva, con un misto di gioia e inquietudine. I soldi rastrellati dalla fondazione renziana (sui cui finanziatori stanno indagando a spron battuto i magistrati di Firenze) sono serviti per la scalata del sindaco di Firenze alla Ditta, nelle primarie vinte tra 2013 (contro Gianni Cuperlo) e 2017 (sfidante, Andrea Orlando). Di più: parte di quei 6,7 milioni, scrive il Fatto recuperando i sospetti dei dem, "possano essere stati dirottati per pagare pacchetti di voti e di tessere in molti circoli italiani, soprattutto in provincia". Le accuse di brogli e movimento anomali furono sollevate già all'epoca delle urne, tra capi-bastone, voti "esterni" e migranti portati in massa ai seggi del Pd. Leggi anche: "Parlami della Boschi". Open, Sallusti atomico dalla Gruber. E Marattin balbetta... "Quello che leggiamo oggi - commenta Miguel Gotor, storico senatore bersanianio - ci dice che il renzismo è stato agli antipodi della questione morale di Berlinguer, laddove si doveva distinguere tra premier e segretario del partito, contro l'occupazione delle istituzioni da parte dei partiti. E le primarie sono state un campo aperto con ogni sorta di scorribande, che servivano a destrutturare il Pd e a trasformarlo in un comitato elettorale". Restano i dubbi su alcuni numeri "esplosi". Nel 2013 "a Reggio Calabria gli iscritti aumentarono del 315%, a Matera del 304, a Campobasso del 293. A Bari, nel solo quartiere San Paolo pochi mesi prima del Congresso si passò da 19 tessere a 334". Qualcosa, insomma, non torna, anche perché gli stessi "fenomeni paranormali" si verificarono nel 2017. "Ad Agropoli - ricorda il Fatto -, Renzi vanta il record personale: 2.300 voti su 2.500 nel 2017, ovvero il 93%". E "a Diamante (Cosenza), dove è sindaco il renziano Ernesto Magorno, l' ex premier è arrivato all'87%". Nessuna prova di voti "comprati" grazie ai soldi di Open, ma nel Pd il sospetto oggi è più forte di ieri. Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, Renzi distingue tra Open e Italia Viva