Teresa Bellanova bombarda Pd e Conte alla Leopolda: "Erano bande armate. Perché non mi volevano al governo"
"Non potevamo starci più perché c'erano troppe guerre, troppe bande armate". La ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova chiude col botto il suo intervento dal palco della Leopolda, sganciando un siluro contro il Pd, suo ex partito. Leggi anche: "Più pericolosa dei brigatisti": Travaglio, tasse e manette: chiede le dimissioni della Bellanova Il leader Matteo Renzi lancia messaggi cifrati ai dem, quasi una ammissione di scouting: "Dario Franceschini e a Nicola Zingaretti restano due amici", come "quelli che non sono venuti in Italia viva. Noi andiamo, se vogliono venire avranno sempre le porte aperte. Ma la nostra carovana ha un disegno chiaro e ha voglia di correre". La Bellanova invece è molto più dura, lanciando soprattutto polemiche personali. La prima colpisce sinistra, destra e governo: "Altro che il mio vestito, quello che è stato contestato è che Italia Viva e Renzi avevano deciso che io dovevo stare lì". La seconda è con il premier Giuseppe Conte in persona: "Non sono permalosa, però vorrei sottolineare che della convocazione di una riunione di maggioranza lo apprendo ora perché io non ho ricevuto alcuna telefonata e alcuna comunicazione. In questo momento la mia agenda dice che lunedì mattina sono a discutere con i produttori e con i rappresentati istituzionali nella prefettura di Ferrara di cimice asiatica che sta distruggendo le culture frutticole. Se ci saranno altre riunioni spero si essere informata al pari degli altri componenti della maggioranza". Sì, non si respira un bel clima a Palazzo Chigi. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev