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Matteo Renzi, alla Leopolda 20 minuti di insulti a Salvini: "Goditi il Papeete, Don Abbondio, perché..."

"Pensavo fosse Don Rodrigo, invece Matteo Salvini è un Don Abbondio, decisamente peggio". Matteo Renzi chiude la Leopolda con un comizio di 50 minuti, di cui la metà abbondante è dedicata al leader della Lega, insultato con frasi come questa: "È il classico tipo che certe cose non te le dice guardandoti negli occhi".   Leggi anche: "C'è sempre uno che perde. E martedì sera...". Vespa, la verità sul duello Renzi-Salvini a Porta a porta Sul palco della stazione fiorentina, Renzi rispolvera i toni già esibiti nel faccia a faccia di martedì scorso da Bruno Vespa a Porta a porta, ma stavolta Salvini non può ribattere. Dalla piazza romana di San Giovanni il Capitano ha citato i guai giudiziari dei genitori dell'ex premier, leader di Italia Viva. "Gli avrei risposto in modo molto fermo e gli sarebbe passata la voglia di dire certe cose...", ribatte a muso duro Renzi. "Ha parlato dei miei genitori dicendo che non sono incensurati, mostrando di non conoscere la Costituzione. Chi è in attesa di giudizio è incensurato, chi e' stato condanno per oltraggio a pubblico ufficiale non è incensurato". Poi, passando alla "politica": "C'è una frase che dice: Ma come, tu ti fai fregare da uno che ha il 4% e fai il leone? Goditi il Papeete omonimo, che a governare il paese pensiamo noi". Di fronte ai suoi sostenitori, ammette la natura del ribaltone di Ferragosto: "Quelli che non cambiano mai idea amano se stessi più che la verità. Nessuno può dubitare del fatto che noi ci amiamo, ma di fronte al diktat del Papeete di Salvini potevamo scegliere di andare a votare con la certezza che il Paese sarebbe finito nelle mani dei sovranisti, con tre mesi di campagna elettorale di Salvini in costume. Di fronte a questo diktat l'alternativa era una sola: politica. Loro dicono andiamo a votare per coerenza, ma si chiama masochismo. Avremmo dato l'Italia a Salvini e a sovranismo. Sì, io ho cambiato idea in nome dell'Italia" Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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