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Giuseppe Conte alla Camera: Lega e FdI lo insultano, lui non riesce a parlare. Il suo sguardo: sarà Vietnam

Pochi secondi di discorso, poi fischi, urla, cori, richiami all'ordine. Giuseppe Conte prende la parola a Montecitorio per il suo discorso di replica alle dichiarazioni di voto dei singoli partiti nel giorno della fiducia alla Camera e la situazione, se possibile, è ancora più surreale di quella della mattina. Il premier-bis riesce a stento a parlare, travolto a ogni frase dalle contestazioni dei deputati di Lega e Fratelli d'Italia e il presidente dell'aula Roberto Fico, grillino, fatica a dare un senso alla seduta.   GUARDA IL VIDEO -  Il discorso di Conte in aula alla Camera? Un nuovo attacco diretto contro Salvini "In troppi sono rivolti al passato, da Lega e Forza Italia reazioni emotive", inizia il suo discorso Conte, i cui primi 20 minuti sono in sostanza un nuovo regolamento di conti con Matteo Salvini, senza toccare alcun punto programmatico del nuovo governo. "Non ho mai detto e non lo dirò mai che avete tradito, mi rivolgo alla Lega - spiega ancora Conte, facendo slalom tra gli sfottò -. Dico che mentre il Movimento 5 Stelle è stato coerente al proprio programma, voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali. Avete sbagliato giuramento, i ministri hanno giurato di tutelare l'interesse esclusivo della nazione non del proprio partito". E ancora: "Pensare che una forza politica o il suo leader possa decidere, secondo il suo arbitrio, di poter ogni anno portare il paese ad elezioni è irresponsabile". Parole che scatenano l'inferno. I deputati leghisti e meloniani intonano cori come "Mai col Pd" e "E-le-zio-ni! E-le-zio-ni!", e un anonimo onorevole grida in diretta pure "Vai Giuseppi!". Conte guarda impietrito, lo sguardo a scrutare i banchi di chi fino a luglio lo sosteneva e oggi è diventato il suo peggior nemico. Lo sguardo di chi già immagina cosa lo aspetta: un Vietnam parlamentare. Quanto lungo, questo ancora non si sa. Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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