Elezioni Europee, Luigi Di Maio provoca ancora Matteo Salvini: le parole su Tav e Autonomia
Dopo la sconfitta, clamorosa, dopo una batosta di proporzioni inimmaginabili alle elezioni Europee, parla Luigi Di Maio. Le sue parole si fanno attendere: la conferenza stampa convocata per le 14 inizia soltanto poco prima delle 15. Volto tirato, sorriso i circostanza, Giggino - il cui destino politico ora sembra davvero appeso a un filo - inizia ringraziando "chi ci ha votato ma anche chi non ci ha votato". Dunque, offre la sua spiegazione del flop grillino (il M5s ha preso il 17,07%): "Il popolo M5s si è astenuto". Insomma, sarebbe tutta colpa dell'astensione: spiegazione che, ovviamente, fa acqua da tutte le parti. Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev Di Maio aggiunge poi che "ci sono molte cose di governo da realizzare". Insomma, non mette in dubbio la tenuta dell'esecutivo gialloverde. E dopo aver annunciato una "riorganizzazione del Movimento 5 Stelle", anche se non in che termini, si rivolge con toni duri alla Lega e a Matteo Salvini, unici vincitori a queste elezioni: "Non rinunceremo mai a dire su cosa non siamo d'accordo in questo governo. Non rinunceremo mai ad arginare le proposte fuori dal contratto". E ancora, il capo politico, promette di arginare "idee estreme, che possono favorire i privilegi e l'illegalità". Insomma, un duro attacco al Carroccio, che non si comprende in quale modo abbia dovuto a favorire "privilegi ed illegalità". Insomma, la lezione a Di Maio non sembra essere bastata: dopo aver impostato una campagna elettorale che si è conclusa con un risultato disastroso sull'insulto a Salvini, sembra voler proseguire nel sentiero tracciato. Leggi anche: Europee, tutta la delusione di Fratoianni Dunque, le domande. Si parte subito da Tav e Autonomia, i due punti sui quali Salvini dopo la vittoria alle urne ha detto chiaro e tondo di voler puntare. Sull'alta velocità, il grillino nicchia, affermando che "è un dossier in mano al presidente del Consiglio". Insomma, nessuna risposta. Sull'Autonomia, afferma: "Se si deve fare, non deve creare una scuola di serie C, come la si scriverà dipenderà dai nostri vertici di governo". Dunque, rimarca che l'autonomia dipenderà "da come verrà scritta". Infine, il capo politico spiega che dai vertici del M5s "nessuno ha chiesto le mie dimissioni"; a tal riguardo fa i nomi di Alessandro Di Battista, Roberto Fico e Davide Casaleggio, i quali non spingerebbero per la sua detronizzazione.