Sea Watch, i sospetti di Matteo Salvini sul M5s: ci sono loro dietro lo sbarco in diretta tv?
Guerra totale, deflagrata durante l'ultima puntata di Non è l'Arena, il programma di Massimo Giletti in onda su La7. Guerra totale e definitivamente esplosa nel momento in cui a Matteo Salvini, intervistato, è stato comunicato in diretta lo sbarco degli immigrati della Sea Watch. Sbarco avvenuto dopo l'ordine del pm Luigi Patronaggio, insomma come spesso accade in Italia a decidere sono i giudici. Ordine arrivato proprio nel momento in cui il ministro dell'Interno della Lega, in tv, ribadiva: "Niente sbarchi". Un duro colpo d'immagine. Un duro colpo politico. Un colpo che ovviamente avvelena il clima. A caldo, il vicepremier leghista ha puntato il dito contro il M5s, dunque a stretto giro ha appreso del ruolo della magistratura. Eppure il sospetto, nella Lega, resta. Concreto, cupo, opprimente. Leggi anche: Sea Watch, la lettera di Spataro a Patronaggio I grillini hanno avuto un ruolo nel permettere quello sbarco? Probabile, possibile. Per certo, nelle ore più frenetiche durante la gestione del caso, mentre Salvini dal Viminale si opponeva a ogni ipotesi di sbarco, Giuseppe Conte cercava una via d'uscita che avesse potuto salvare l'alleanza di governo. Poi Luigi Di Maio, che chiedeva collaborazione a livello europeo, ma le parole "porti chiusi" dalla sua bocca non sono mai uscite. Insomma, il sospetto resta. Fonti di governo smentiscono che dal M5s qualcuno abbia chiesto, o ordinato, di aprire i porti. Ma quanto accaduto, inevitabilmente, avrà un pesante impatto sui già fragilissimi equilibri di questo esecutivo. Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) il passaggio della diretta Facebook in cui Salvini rivela i suoi dubbi circa il coinvolgimento del M5s nello sbarco della Sea Watch