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Matteo Salvini, il suo nome nelle intercettazioni dietro gli arresti a Legnano: le toghe fanno bingo

La procura di Busto Arsizio decapita la giunta comunale di centrodestra di Legnano. Il sindaco Gianbattista Fratus - leghista, eletto nel 2017 - agli arresti domiciliari. Il suo vice, Maurizio Cozzi (Forza Italia), primo cittadino per dieci anni e adesso assessore al bilancio, in carcere. Un altro assessore, Chiara Lazzarini (FI pure lei, alla guida delle opere pubbliche), agli arresti domiciliari. In totale sono undici gli indagati dell' operazione "Piazza pulita", portata avanti dalla Guardia di Finanza sotto la direzione del sostituto procuratore Nadia Calcaterra. I tre protagonisti principali sono indagati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. Leggi anche: Feltri, appello a Salvini: "Uccidi la cosa gialloverde" Gli agenti delle Fiamme Gialle hanno perquisito l' ufficio del sindaco, sospeso dalla carica - al pari degli altri due arrestati - dal prefetto di Milano, Renato Saccone, che ha nominato la sua vice Cristiana Cirelli commissario per la provvisoria gestione del Comune. L' ipotesi dell' accusa è che la vita amministrativa dell' Ente, a partire dalle nomine con i bandi di gara, fosse vincolata da un «accordo corruttivo» finalizzato alla «realizzazione dei propri interessi e ambizioni personali, in spregio alle finalità pubbliche del ruolo rivestito». Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) un intervento di Salvini a Potenza I PM: «PREZZO PAGATO» In particolare, in tre procedure selettive - per la scelta di un dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune e per due dirigenti delle partecipate Amga Legnano ed Euro.Pa Service - le gare sarebbero state alterate per favorire soggetti graditi al vertice politico. In un altro caso, quello della nomina di un componente del Cda della società Aemme Linea Ambiente (servizi ecologici), Fratus avrebbe designato Martina Guidi, figlia di un suo sfidante alle Comunali, il centrista Luciano Guidi, per ringraziare il politico di Alternativa popolare dell' appoggio al ballottaggio del giugno 2017. In un' intercettazione allegata agli atti d' indagine, l' assessore Lazzarini parlando con il collega Letterio Munafò attribuisce a Fratus queste parole: «Siccome prima del ballottaggio a livello regionale io ho fatto un accordo con Paolo Alli (ex deputato, uomo forte di Ap a Legnano, ndr), Salvini e quell' altro provinciale loro della Lega, in cui Alli e Guidi hanno detto che mi avrebbero appoggiato al ballottaggio e che io in cambio gli avrei dato un posto, quindi io devo mantenere questa promessa». Il «posto», sostengono gli inquirenti, è quello di cui poi beneficia la figlia di Guidi, Martina, effetto dell'«accordo illecito» tra le parti. Intercettazione che, tirando dentro il nome di Salvini, scatena M5S. «Non commento le indagini. Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura. Spero che tutte queste inchieste si chiudano in fretta per distinguere colpevoli e innocenti», replica il vicepremier. «REGOLE AGGIRATE» I pm non hanno dubbi: il sodalizio politico di Legnano aveva «uno scarsissimo senso della legalità». Nel mirino c' è soprattutto il vicesindaco Cozzi, considerato il dominus delle «spregiudicate manipolazioni di procedure» contestate dai magistrati. Era lui, secondo la ricostruzione dei pm, l' uomo forte a Legnano, capace di dire a brutto muso al sindaco, a proposito di nomine: «Una volta che si individua, si individua la persona, basta! Fa' la gara, finito!». Da qui le conclusioni dell' ordinanza: «Per Cozzi la logica è: prima si individua il candidato, poi si fa il bando. L' esatto contrario di una corretta procedura». Uno scenario che si riflette anche nella diversità di misure cautelari adottate per sindaco e vice: Fratus, «mero esecutore delle direttive», personalità «sottomessa», ai domiciliari; Cozzi in carcere. Misure diverse, si legge nell' ordinanza del gip Piera Bossi, sarebbero state «inidonee» a prevenire «il pericolo di ripresa di iniziative» da parte del vicesindaco, in grado di «avere contatti con l' esterno e di poter inquinare le prove». In serata FI ha sospeso Cozzi e Lazzarini dal partito. di Tommaso Montesano

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