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Giorgia Meloni, la lezione ai censori del Salone del libro su Altaforte: "È una deriva pericolosa"

L'esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone del Libro di Torino è secondo Giorgia Meloni il segno di una "deriva molto pericolosa". La casa editrice vicina a Casapound si è vista tagliata fuori della rassegna dopo che il suo titolare, Francesco Polacchi, si è dichiarato "fascista" ai microfoni della Zanzara su Radio24. Le sue dichiarazioni gli sono anche costate un esposto alla procura per "apologia del fascismo" da parte del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e la sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Mi pare non abbiano molto da fare - ha commentato la Meloni -. Forse se si occupassero dei problemi dei torinesi, la città andrebbe meglio". Leggi anche: Salone del Libro, Polacchi furioso dopo l'esclusione: "Un attacco a Salvini" La censura imposta ad Altaforte resta per la Meloni "una deriva pericolosa, cioè quella di stabilire chi può esporre un libro e chi non può farlo. Perché il passaggio successivo è chi può stampare un libro e chi non può farlo. È un modello che non mi appartiene e che non rimpiango".

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