Di Battista in piazza Montecitorio, la rissa con gli uomini del generale Pappalardo
Il giorno in cui il "popolo" ha contestato il grillino Alessandro Di Battista. Il deputato del Movimento 5 Stelle è sceso in piazza Montecitorio per tuonare contro la legge elettorale in discussione alla Camera su cui il governo ha posto la fiducia, ma di fronte a lui una folla variegata formata da autonomisti lombardo-veneti, neo-borbonici, no-vax, e Forconi. Di 5 Stelle, insomma, poco o nulla. E così Dibba è finito sommerso dai fischi e dagli improperi dei seguaci del Movimento liberazione Italia del generale Antonio Pappalardo, che hanno più volte interrotto l'intervento del grillino, costringendolo alla "ritirata". "Grazie, siete tanti, non so chi ha convocato questa manifestazione...", esordisce il deputato romano. E giù i primi fischi. "È stato il generale Pappalardo!", gli urla un contestatore. "Siamo qua perché siete abusivi. Hai rotto il c...", "fuori", "dimettiti", insistono alcuni manifestanti. Tocca un nervo scoperto poi Di Battista quando taccia di fascismo la richiesta del voto di fiducia sulla legge elettorale avanzata dalla maggioranza. "Mi auguro - prosegue l'esponente pentastellato - che non si azzarderanno a mettere la fiducia, cosa che hanno fatto due volte nella storia: prima Mussolini con la legge Acerbo e poi De Gasperi con la legge truffa". E dalla folla partono insulti: "Ma che c... dici?", grida a muso duro un seguace di Pappalardo. Di Battista a questo punto è costretto a restituire il megafono. L'ultimo affronto arriva dalla piazza: "State con la Goldman Sachs", dice un manifestante a Di Battista, mentre quest'ultimo sta parlando a margine con i giornalisti. "Io Goldman Sachs? Ma guardame...", è la risposta del deputato, in romanesco.