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Vittorio Feltri: "Perché tra i Cavalieri del lavoro non ci sono gli imprenditori? Mi viene in mente Efrem Zanchetta..."

In Italia gli imprenditori che sono scampati allo Stato più predatore e meno efficiente del mondo dovrebbero essere nominati in blocco cavalieri del lavoro. Resistere alle aggressioni del fisco (Equitalia andrebbe distrutta coi lanciafiamme) e alla guerriglia dei sindacati, nonché delle toghe all'arrabbiata convertitesi all'ecologismo più bieco, richiede un eroismo che va premiato. I proprietari delle aziende rimaste aperte nonostante la ostilità sociale, specialità dei comunisti di ieri e di oggi, andrebbero addirittura santificati. È merito loro, e soltanto loro, se esistono ancora degli occupati e se il Pil, nonostante governi affidati ad ebefrenici, dopo essere miseramente crollato dà segni di insperato risveglio. Negli anni d'oro, l'economia nostrana ha fatto faville non certo grazie alla politica, ma a dispetto della politica stessa, settore in cui hanno svettato i peggiori. Non parlo di onestà, che dovrebbe essere scontata in ogni individuo, bensì di capacità. Ebbene, mentre i partiti somigliano molto ad associazioni per delinquere, i padroni degli opifici e i gestori delle attività commerciali (penso al Made in Italy) hanno salvato il salvabile, lanciando prodotti di prima qualità, consentendo al popolo di non morire di fame. Ovvio, non tutti gli industriali e affini hanno l'aureola, ma sono comunque migliori dei parassiti che si sono dati da fare per mandarci in rovina, riuscendo nel loro intento. C'è chi ha delocalizzato per disperazione, chi non ha pagato le tasse, chi ha ottenuto milioni e miliardi dalle banche e non li ha restituiti, fregando banchieri sprovveduti e inetti che, però, quando vengono licenziati incassano ricchi assegni e non si capisce perché. Questa è una realtà che non si può negare. Comunque, a conti fatti, il bilancio degli imprenditori è in largo attivo mentre quello della pubblica amministrazione è la dimostrazione clamorosa di un fallimento su ogni fronte. Sarebbe necessaria una moratoria di un decennio, durante la quale sia sospeso qualsiasi potere politico. Nessun governo centrale, nessun governo locale. Libera iniziativa privata, libero mercato, cittadini liberi dagli imbrogli e dalle persecuzioni di Equitalia, un calcio all'euro e al Quarto Reich. E incentivi a chi anziché concionare in TV produce ricchezza e posti di lavoro. Il resto è fuffa. Le questioni relative al cambiamento del clima, che muta da millenni sulla terra, - i dinosauri non si estinsero certo a causa dell'inquinamento - e quelle relative ai migranti cui i progressisti vogliono concedere la cittadinanza, sono armi di distrazione di massa. Idiozie. Siamo contenti che il Presidente della Repubblica abbia nominato nuovi 25 cavalieri del lavoro. Probabilmente tutti all'altezza del riconoscimento ricevuto, da Urbano Cairo, editore di alto profilo, fino al meno noto capitano di stabilimento. Ci addolora soltanto che sia la propaganda mediatica a promuovere determinati personaggi, indubbiamente bravi, mentre mille altri loro valenti colleghi periferici siano ignorati. Mi viene in mente un nome, Efrem Zanchetta, di Conegliano, numero uno in vari settori, agricolo, alberghiero, commerciale. Il quale da anni si batte con successo tra varie difficoltà, distribuisce migliaia di paghe ogni mese e, come numerosi campioni che sgobbano in silenzio e con profitto, non giunge al Quirinale per sbadataggine istituzionale. Si tenti almeno di rimediare. di Vittorio Feltri

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