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Saviano si giustifica: "Bast** alla Meloni? Sono uno scrittore"

"Mi trovo rinviato a giudizio per aver criticato in modo radicale due dei politici, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che ho ritenuto maggiormente responsabile di una costante e imperitura propaganda politica fatta ai danni degli esseri umani più disperati, più deboli e più incapaci di difendersi: i profughi": lo ha detto Roberto Saviano, nel processo in cui è imputato per aver diffamato la leader di Fratelli d’Italia e presidente del consiglio, Giorgia Meloni, per averla definita 'bast***' durante una puntata del programma televisivo Piazzapulita nel dicembre 2020. La dichiarazione è stata letta dall’autore di ‘Gomorra’ fuori dal tribunale di Roma, davanti a fotografi e telecamere. "Una propaganda che non si limita ad attaccare persone in cerca di salvezza, lontano da paesi martoriati da guerre, povertà e desertificazione, ma fa di più. Si scaglia con violenza anche contro le ong operanti nel Mediterraneo", ha aggiunto leggendo un documento che non ha potuto leggere in aula. "Io sono uno scrittore e il mio strumento è la parola, cerco con la parola di persuadere, di convincere, di attivare. La parola è ciò per cui sono qui, l’accusa è quella di avere ecceduto il contenimento, il perimetro lecito, la linea sottilissima che demarca l’invettiva possibile da quella che qui viene chiamata diffamazione", ha concluso.

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