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Matteo Salvini insultato dal fesso: "Vai a lavorare". La replica fulminante: umiliato in pubblica piazza

Siparietto fuori dalle porte del Senato. Protagonista Matteo Salvini che impegnato a parlare con i giornalisti si sente urlare: "Vai a lavorare". Un invito a cui il leader della Lega non attende prima di rispondere: "Lo sto facendo" per poi aggiungere ironico: "Sono qui per hobby, non avevo niente di meglio da fare il 2 giugno". Chiuso il botta e risposta l'ex ministro è voluto tornare sull'argomento nell'occhio del ciclone: la scarcerazione di Giovanni Brusca, ex boss mafioso nonché assassino di Giovanni Falcone.

"Fatemi dire che sapere che oggi, nel giorno della Festa della Repubblica, c’è a spasso libero e sorridente anche un delinquente, assassino, mafioso e spregevole personaggio come Brusca, non può essere l’idea di giustizia che abbiamo in testa. Chi ammazza deve stare in galera fino alla fine dei suoi giorni, senza sconti e senza scorciatoie", ha commentato ribadendo che "questa è la legge ma diciamo che siamo nel 2021 e si può aggiornare la legge".

Proprio questo è il tema alla base dei sei referendum proposti dalla Lega in accordo con il Partito Radicale: "Un paese civile deve avere meno tasse, una burocrazia più veloce al servizio del cittadino e poi una giustizia davvero giusta. I 6 referendum proposti da Partito Radicale e Lega, su cui chiederemo un milione di firme degli italiani a partire da luglio, significano giustizia giusta, certezza della pena: chi sbaglia paga". Da qui l'appello agli alleati di centrodestra: "Dobbiamo unire. Dopo il Covid - ha proseguito - bisogna parlare poco, litigare di meno e costruire tanto. Questo l’obiettivo che mi sono dato allargando la federazione a tutto il centrodestra, coinvolgendo. E i referendum saranno una bella occasione di unità, di democrazia diretta partecipata. Chi ha paura dei referendum ha paura degli italiani e vuol dire che non ama la democrazia". 

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