"Doveva essere, fosse, dovesse, fosse stato". Strepitoso Zaia: gaffe sul condizionale (e zampata)
"Siamo stati i primi a riconoscere che il sacrificio fatto dai veneti dovesse essere… fosse… dovesse… fosse stato… mi sono incasinato coi verbi, lo devo dire con il condizionale giusto”. Con grande autoironia Luca Zaia ha sottolineato un momento di difficoltà linguistica: niente a che vedere con i congiuntivi sballati di dimaiana memoria, ma il governatore del Veneto è andato un attimo in confusione con il condizionale. Il video ovviamente ha subito spopolato in rete, dove comunque Zaia è uno dei politici più rispettati da quando è scoppiata la pandemia.
Anche stavolta senza toni sguaiati e urlati il governatore leghista ha fatto notare che il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte mette a rischio il futuro di molte attività commerciali, tra l’altro con misure restrittive che difficilmente avranno un impatto reale sul contenimento del contagio: “Non ho mai fatto polemica ma questo provvedimento non ci voleva e facciamo fatica a farlo accettare. Non ci sono dati di sanità pubblica che dimostrino che ristoranti o palestre siano responsabili dell’infezione. Avevo chiesto la chiusura alle 24, poi era stata fissata alle 23, alla fine neanche questo. Chiudere alle 18 vuol dire farli chiudere per sempre, sono realtà che hanno rispettato in maniera ossequiosa le linee guida, senza focolai o comportamenti delinquenziali da parte degli imprenditori”. In particolare Zaia è contrario alle restrizioni su bar, ristoranti e piscine: “Non abbiamo notizie di focolai o cluster quindi è difficile da comprendere la ragione delle decisioni. L’idea che sottointendeva il Dpcm era evidentemente quella del coprifuoco. Fondamentalmente è l’anticamera del coprifuoco. E sono convinto che queste misure non cambieranno la situazione”.