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Feltri umilia Severgnini e sinistri: "Piangete per Trump, ecco chi mi sembrate"

"Tutti attaccavano Donald Trump per lo stile sgangherato più che per quello che diceva, e lì ho capito che avrebbe vinto perché intercetta meglio degli altri la gente comune, sa parlare a questa gente a differenza di una signora, Hillary Clinton, che parla solo ai loro amici". Vittorio Feltri, intervistato da Pietro Senaldi, commenta così il suo editoriale "preveggente" del marzo scorso sul Giornale, quando solo tra i giornalisti italiani osava predire un futuro da presidente per il vulcanico tycoon candidato repubblicano. Gli americani dopo la bolla del 2008 non si sono mai veramente ripresi, osserva Feltri, "proprio come noi e infatti in Italia Trump avrebbe vita facile". Un pensiero anche per tutti gli opinionisti di sinistra, da Severgnini a Rondolino a Riotta, che gridono ora alla "crisi della democrazia occidentale": "Tutti signori che volevano il socialismo reale e la democrazia sovietica, volevano Stalin e ora criticano Trump. Sono come quei bambini che se non giocavano in attacco portavano via la palla". La verità è che la gente è stanca e irritata di politicamente corretto, apertura totale agli stranieri, trascurare i cittadini indigeni a favore degli extracomunitari, e quando c'è da votare si vedono i risultati.

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