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Andare all'estero: i dati che servono per l'internazionalizzazione delle imprese

Nel 2022, ben il 32% del fatturato complessivo delle piccole aziende italiane è stato generato all’estero.  Eppure, per molte PMI riuscire a vendere a clienti stranieri è ancora un sogno difficile da realizzare, perché si prospetta un salto nel buio dai costi e dai risultati poco chiari.

Ma se in passato per raccogliere dati sui Paesi esteri erano necessarie ricerche di mercato locali lunghe e costose, spesso tramite interviste e sondaggi, oggi grazie ai dati online è possibile comprendere la situazione a migliaia di chilometri di distanza!

Infatti è possibile come primo passo capire in quali Paesi sia meglio andare, studiando i volumi del mercato locale di import/export, ad esempio attraverso siti come www.oec.world, quindi il trend di crescita e le potenziali barriere all’ingresso o vincoli specifici per il proprio settore.

A questo punto si può studiare chi siano i clienti nei diversi Paesi e costruire le loro Buyer Personas in modo molto dettagliato, studiando cosa cercano online, cosa comprano e cosa gli interessa di più - come spiegato in questo approfondimento sulle ricerche di mercato online in merito al target.

Grazie alla chiarezza ottenuta con questi dati, chi fa business può avere un’idea migliore della situazione e quindi prendere decisioni più strutturate per internazionalizzare la sua impresa… e può procedere con il cogliere incentivi governativi, quali ad esempio il Bonus Export Digitale.

In questo video, scopriamo assieme agli esperti della Central Marketing Intelligence, Giovanni Zanier e Caterina Vidulli, quali sono i 6 step per definire una strategia di internazionalizzazione e quali dati studiare per andare all’estero!

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