Gian Antonio Girelli: "La montagna non è Disneyland, così può rinascere"
Gian Antonio Girelli, deputato del Partito democratico, è ospite di Io sono la mia legge – Parlamentari scatenati, la rubrica dedicata ai disegni di legge dei parlamentari. Girelli, intervistato da Costanza Cavalli, ha presentato la proposta di legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane nonché delega al Governo per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici ambientali”.
Potrebbe sembrare una proposta di nicchia, ma non lo è: dei 7.901 comuni italiani, più della metà, 4.176, sono comuni montani e rappresentano il 50 per cento del territorio nazionale. “La montagna è parte essenziale del nostro Paese”, spiega l’onorevole. “Nella proposta abbiamo affrontato i temi principali che riguardano il mantenimento della popolazione montana, dai servizi essenziali al patrimonio immobiliare. Il rischio è che la montagna diventi sempre di più un parco da visitare e non un posto in cui vivere”. A questo fine, per garantire uguali diritti a chi vive nelle zone montane rispetto a coloro che abitano in città, insegnanti e personale sanitario sarebbero incentivati a lavorare nelle zone montane attraverso, per esempio, agevolazioni sugli affitti: “Credo che offrire incentivi economici sia uno degli strumenti da mettere in atto”, sostiene Girelli. E per quanto riguarda la riattivazione del patrimonio immobiliare nelle zone montane “di certo non pensiamo di aumentare le tasse sugli immobili. Dobbiamo affrontare lo spopolamento dei centri storici e l’invecchiamento della popolazione dei centri di montagna: meglio dare agevolazioni fiscali ai proprietari di queste case”.
C’è la possibilità che tornino le Province? “Le piccole comunità montane hanno la necessità di fare rete tra di loro per dare risposte ai cittadini. Le zone montane vivono questa contraddizione: c’è il governo lontano dello Stato, quello dispersivo delle Regioni perché sono vastissime, e quello delle Province che hanno subìto un processo di cambiamento interrotto a metà. Ma i Comuni che chiedono momenti di aggregazione”.