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Minniti a Terraverso: "Meloni e Berlusconi, cosa penso di loro"

"L’Europa deve considerare l’Africa un punto di riferimento", spiega il quarto ospite di Terraverso, l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e oggi Presidente della Fondazione Med-Or, "Lo sarà per l’aspetto energetico, demografico e della sicurezza internazionale: se l’Africa starà bene, sarà in salute anche l’Unione europea", continua Minniti, che tira una stoccata a Bruxelles: "Conosco la macchinosità delle decisioni europee ma dobbiamo essere esigenti". L’esponente del Pd riflette sulla guerra in Ucraina, sulla nuova funzione della Cina e sull’instabilità politica di Israele e Iran. E poi, provocato da Emanuele Ranucci, ideatore del podcast di Libero, racconta di quando portò al Viminale i capi di sessanta tribù.

Il condirettore di Libero Pietro Senaldi trova un’analogia tra le idee di Minniti e quelle di Silvio Berlusconi: “Chiamiamole affinità elettive”, abbozza l’ex ministro che ha parole elogiative per il presidente turco Erdogan: "In questi mesi di guerra ha fatto un capolavoro diplomatico". Minniti fa poi qualche confessione personale: dal suo percorso di studi all’ingresso nel Partito Comunista e le conseguenti delusioni date alla famiglia: "Siamo calabresi, diffido di avere a che fare con i calabresi". C’è una similitudine tra l’arrivo degli ex comunisti al governo e la vittoria del centrodestra oggi, chiede Senaldi? "Se posso dare un suggerimento al governo - dice Minniti -, non si sentano figli di un Dio minore. Giorgia Meloni ha usato il termine underdog, io avrei parlato di outsider, che indica un soggetto nettamente fuori dai meccanismi tradizionali e resta originale". Per concludere Minniti parla della cattura di Matteo Messina Denaro, di Zelensky a Sanremo, delle tensioni nucleari tra Usa e Cina.

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