Artemisia Gentileschi a Napoli, una storia ancora poco conosciuta
Le Gallerie d’Italia di via Toledo a Napoli dedicano una straordinaria mostra ad Artemisia Gentileschi, la pittora: la prima e unica donna a essere riconosciuta e affermata come tale nella sua epoca, in grado di eguagliare, se non superare tanti pittori maschi del suo tempo. Mai nessun uomo avrebbe potuto ritrarre le donne come fece lei: donne senza scrupoli, abituate a sgomitare per farsi strada nella vita: anche a uccidere, se necessario. Proprio come lei. Che infatti diventa protagonista assoluta dei suoi dipinti: autoritratti indiretti attraverso vari travestimenti, di significato psicoanalitico o concettuale, di sorprendente modernità, attraverso i quali ci parla. Fissandoci negli occhi, sembra dire, guardate cosa sono capace di fare. E così si rimane in rispettoso silenzio davanti a Santa Caterina d’Alessandria, di recente acquisita dalla National Gallery di Londra ed esposta nel Museo di Intesa Sanpaolo come l’antefatto della mostra appena inaugurata che ha come obiettivo quello di documentare il lungo soggiorno napoletano della pittrice, tra il 1630 e il 1654: un capitolo fondamentale nell'arte e nella vicenda biografica di Artemisia, ma ancora poco conosciuto. Come spiega a Nicoletta Orlandi Posti - in questa nuova puntata di Art'è - il co-curatore della mostra Antonio Ernesto Denunzio. La mostra è stata fortemente voluta da Intesa Sanpaolo a conferma del forte legame con Napoli e l’impegno a valorizzare l’identità culturale della città in una prospettiva europea e internazionale come sottolinea Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca. L’esposizione è davvero potente e merita di essere visitata.