Migranti, scafisti intercettati: "Buttateli a mare". L'atroce verità...
Ci sarebbe una vera e propria rete criminale dietro al traffico d'immigrati tra Sicilia e Tunisia: le imbarcazioni di scafisti sarebbero partite dal porto di Gela, o dalle coste dell'Agrigentino, per raggiungere l'Africa e far immediato rientro con il "carico" di persone. È quanto emerge dall'operazione "Mare aperto" della polizia di Caltanissetta, che ha sgominato la banda criminale e arrestato 18 persone, 11 tunisini e sette italiani. L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Un'intercettazione ha rivelato che, se ci fossero stati problemi, come un'avaria al motore, gli scafisti avrebbero potuto "sbarazzarsi dei migranti in alto mare". Il prezzo a persona, pagato in contanti in Tunisia prima della partenza, si sarebbe aggirato tra i 3mila e i 5mila euro e il presunto profitto dell'organizzazione criminale, secondo stime investigative, si attesterebbe tra i 30mila e i 70mila euro per ogni viaggio. Nella sua informativa al Senato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito "In Italia non si entra illegalmente e non spetta ai trafficanti decidere chi può entrare".