Cancro al seno, la ricostruzione cambia di passo: addio silicone, arriva la svolta
La sperimentazione di impianti per la ricrescita dei tessuti naturali del corpo comincerà a breve e in caso di successo potrebbe fornire un'alternativa alle protesi al seno in silicone. Secondo stime aggiornate, ogni anno a 2 milioni di persone viene diagnosticato un cancro al seno, il cui trattamento spesso prevede la rimozione dell'organo colpito dalla malattia. Ecco perché la ricerca sta puntando su tessuti che vengono assorbiti dall’organismo: cioè protesi realizzate con un polimero bioassorbibile ottenute con stampanti 3D, che una volta inserite nel corpo vengono lentamente “colonizzate” dalle cellule adipose, fino a scomparire. “L’impianto è completamente degradabile”, ha spiegato al Guardian Julien Payen, CEO della startup Lattice Medical, “a 18 mesi dall’inserimento nel corpo non c’è più alcuna traccia di materiale artificiale”. La prima sperimentazione umana dovrebbe iniziare l’11 luglio in Georgia. La grande incognita è la sensibilità dei seni “ricresciuti”: i nervi a contatto con il silicone non ricrescono, mentre grazie ai nuovi impianti rimarrebbero collegati, garantendo quindi una migliore sensibilità dei tessuti.