Cerca
Cerca
+

Lo smartphone nel dipinto del 1937, il dettaglio che scatena i complottisti: un'incursione dal futuro

Cosa ci fa uno smartphone in mano a un nativo americano in un dipinto realizzato nel 1937, ovvero 70 anni prima del lancio sul mercato da parte di Steve Jobs della sua creazione, l’iPhone. Se lo chiedono in molti e una risposta condivisa ancora non è stata formulata. Di certo c'è l'opera, un murales dipinto da Umberto Romano, artista salernitano emigrato in america divenuto celebre per i ritratti che fece a Martin Luther King, al presidente degli stati uniti Kennedy e ad Albert Einstein. Il dipinto si trova all’interno di un ufficio governativo nella città di Springfield, in Massachusetts, e rappresenta il fondatore William Pynchon in una scena in cui due importanti tribù indigene si incontrano in un epoca che precede l’elettricità di 200 anni. E allora cosa c’entra lo smartphone che il nativo americano sfoglia come siamo soliti fare quotidianamente tutti noi mentre scorriamo i feed di Facebook o di Instagram? Secondo alcuni è un pugnale ribaltato; secondo altri potrebbe essere uno specchietto, uno dei tanti oggetti che hanno largamente attirato l’attenzione dei nativi americani; oppure potrebbe essere un semplice libricino contenente alcuni saggi religiosi. Ma c'è anche chi pensa che l'indigeno tenga in mano un oggetto venuto da futuro. Un altro mistero dell'arte.

Dai blog