Giuseppe Conte, la stoccata di Pietro Senaldi: "L'unico grillino che non scrive un libro? Ecco cosa vuole nascondere"
Pietro Senaldi, condirettore di Libero, dedica il suo video editoriale di oggi a uno strano fenomeno editoriale: ci sono ben sei grillini, o ex grillini, sugli scaffali delle librerie. Spiega Senaldi: "C'è Francesco Di Maio con 'un amore chiamato poltrona' più che politica perché è uno spot a chi lo può aiutare come Conte, Grillo, se stesso, e infama tutti i parlamentari grillini che ormai non contano nulla rei di non averlo sostenuto". "Poi c'è il libro di Lucia Azzolina", continua il direttore, "dalla sinistra al ministero con furore. Un libro di rara inutilità: sarebbe stato più carino se avesse scritto dei banchi a rotelle che ci ha imposto lei con Arcuri". Quanto a Alessandro Di Battista e il suo libro Contro, Senaldi mette il dito nella piaga: "Contro chi? Il problema non è contro chi sta, ma chi sta con lui. Cioè nessuno". Il direttore prosegue con il libro di Rocco Casalino Il portavoce: "Mi viene da dire che il portavoce è diventato afono perché o ha perso l'estro oppure Conte non lo ascolta più. Basta vedere l'ultima performance televisiva di Giuseppe Conte: nervoso, aggressivo. Una cosa aveva l'ex presidente del Consiglio che era l'aplomb e ha perso anche quello". Poi c'è Vincenzo Spadafora: "Avrà 45 anni, non so bene, e per chi non se ne fosse accorto fa un libro in cui fa outing dicendo di essere omosessuale". "Come direbbero a Roma", tuona Senaldi, "e sti ca...". Il direttore continua con Danilo Toninelli e il suo Non mollare mai. "Più che un incoraggiamento", ironizza Senaldi, "è una minaccia. E qui speriamo che intervenga il limite del terzo mandato". "L'unico che non scrive", fa notare il direttore, "è Giuseppe Conte che in questa incredibile masnada è il capo. Soltanto che per scrivere un libro ci vorrebbe qualcosa da dire. Qualcosa da dire in realtà ce l'avrebbe: come mai senza essere eletto è diventato due volte presidente del Consiglio e adesso segretario del movimento Cinque Stelle". "Ma forse", conclude Senaldi, "non vuole farcelo sapere".