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Pietro Senaldi, il retroscena: "Perché Giorgetti vuole Mario Draghi al Quirinale", la verità sulla Lega

C'è la Lega in subbuglio per le rivelazioni del ministro Giancarlo Giorgetti al libro di Bruno Vespa e Pietro Senaldi, condirettore di Libero, nel suo video editoriale di oggi spiega: "Giorgetti ha detto che non vedrebbe male Mario Draghi al Quirinale perché potrebbe fare d'un colpo sia il presidente della Repubblica che mezzo presidente del Consiglio. Poi ha detto che Matteo Salvini deve smetterla di fare come Bud Spencer, ovverosia badare solo agli incassi, alle piazze perché altrimenti non vincerà l'Oscar, ovvero la poltrona del presidente del Consiglio. Quindi dovrebbe darsi un profilo un po' più istituzionale e badare non solo alla piazza ma anche al palazzo. In particolare consiglia Giorgetti a Salvini di entrare nel Partito Popolare Europeo".  "Apriti cielo", continua Senaldi, "Salvini non commenta, ma convoca per domani una riunione federale in cui annuncia di ribaltare il partito e ridisegnarlo per l'ennesima volta e risponde a Giorgetti con una mossa molto chiara dal punto di vista internazionale: vede il leader ungherese e il leader polacco che non hanno più nulla a che spartire con il Ppe ma rientrano nel fronte dei conservatori europei". "Secondo me non è ancora frattura", puntualizza Senaldi spiegando che "certamente dal punto di vista internazionale la mossa di Salvini si spiega con il famoso detto 'meglio regnare all'inferno che obbedire in paradiso'. Nel parlamento europeo i leghisti sono la compagine più folta mentre nel Ppe entrerebbero dalla porta di servizio e mal sopportati. Il che comporterebbe un Salvini ridimensionato nel Ppe mentre sarebbe Giorgia Meloni a comandare i conservatori europei. Questo, per la rivalità interna al centrodestra, Salvini non se lo può permettere. Ma", tuona Senaldi, "la politica estera in questo momento non è la cosa principale. La cosa principale è che cosa ne sarà della Lega". E spiega: "Giorgetti dice che Salvini deve dargli un profilo istituzionale altrimenti non governerai mai. Questa suona come una sfiducia nei confronti del leader, ma in realtà Giorgetti non pensa e non scommette sul proporzionale e su un centro moderato alla guida del quale potrebbe esserci Renzi, Calenda, lui stesso. Giorgetti", incalza Senaldi, "scommette ancora sul centro destra e il suo è un grido di estrema preoccupazione e di grande allarme perché è consapevole che in queste condizioni non si vince. Quindi vuole spostare Salvini verso il centro. In quest'ottica Draghi al Quirinale potrebbe essere funzionale allo scopo, perché se viene eletto presidente della Repubblica anche con con Salvini fungerebbe da ombrello internazionale e darebbe più credibilità ad un'eventuale centro destra vincitore e potrebbe incaricare il leader del centro destra a fare il governo riparandolo da tutte quelle accuse che gli verranno dal mondo della sinistra". "Quindi", conclude Senaldi, "è semplicemente un capitolo nella faticosa evoluzione della Lega verso un domani che nessuno sa quale potrà essere". 

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