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Superbonus, i grillini ne hanno fatta una giusta: lo sconto vola. Ma ora il governo lo vuole togliere

C'è probabilmente una sola cosa fatta dai grillini che è piaciuta a tutti: il superbonus al 110% per la riqualificazione energetica o antisismica degli immobili. Inizialmente la misura è rimasta soffocata da un groviglio di norme incomprensibili. Con il passar dei mesi, però, grazie ad alcune semplificazioni introdotte dal governo e alla dimestichezza acquisita dai tecnici coinvolti nelle processi burocratici, la misura è decollata. Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Enea, e aggiornati al primo ottobre, i cantieri aperti sono oltre 46mila, l'importo degli investimenti ammessi alla detrazione è arrivato a quota 7,5 miliardi, mentre il totale degli investimenti per lavori già conclusi è poco sopra i 5 miliardi. Alla fine di agosto i cantieri erano 37mila e le somme totali erano 5,6 miliardi. Anche i condomini coinvolti sono cresciuti, passando in un solo mese da circa 5mila a 6.400. Il governo ne ha finalmente fatta una giusta? Per ora sembra proprio di sì, ma lo scenario potrebbe presto cambiare. Solo qualche giorno fa, infatti, il ministro dell'Economia, Daniele Franco, ha spiegato che l'esecutivo sta valutando la proroga del Superbonus per il 2023, ma per il futuro, malgrado il parere contrario di tutta la maggioranza, l'agevolazione dovrà essere eliminata. Motivo? Pesa troppo sui conti pubblici. A spaventare Franco è, paradossalmente, il suo successo. Se tutti dovessero chiedere il beneficio, ha spiegato, il costo diventerebbe stratosferico e un Paese con un debito come l'Italia non se lo può permettere. Insomma, il Superbonus funziona troppo bene per poter essere lasciato in vita.

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